ENERGIA

Passa il federalismo delle dighe. La Lega incassa l'ok alle gare

Nel decreto Concorrenza disco verde ai bandi regionali per le concessioni. Molinari: "Sconfitto chi si opponeva all'autonomia" (riferito al Pd). Resta l'incognita del golden power del Governo su scalate straniere. Il Piemonte deve rivedere la legge impugnata

“Il ddl Concorrenza conferma la regionalizzazione del settore idroelettrico”. Le Lega, con il suo capogruppo Riccardo Molinari, dà la stura a dichiarazioni improntate alla soddisfazione e a quella che sul Carroccio salviniano si rivendica come una vittoria del federalismo applicato al mercato dell’energia. Molinari parla da Roma guardando al Piemonte dove alla sua forza politica, seguendo il modello lombardo, si deve la stesura del testo divenuto legge regionale, anche se tuttora in corso di aggiustamento e modifica dopo che alcune parti erano state impugnate dal Governo. E nella vicenda c’è una evidente questione politica che il segretario regionale leghista non manca di rimarcare, rivolgendosi pur senza citarlo al Pd.    

“Il testo mette la parola fine ai tentativi maldestri di alcune forze politiche che negli ultimi anni hanno cercato di demolire una delle prime forme concrete di autonomia delle Regioni”, scrive Molinari in una nota, ricordando come “chi ha provato a mettere le mani sui canoni idrici a vantaggio dei concessionari uscenti e con grave torto ai territori montani e pesanti danni erariali, non aveva fatto i conti con la Lega che ha sempre saputo contrastare e respingere queste manovre con un gioco di squadra che ha coinvolto Matteo Salvini e il ministro Giancarlo Giorgetti”.

Riferimento che fa fischiare le orecchie al deputato piddino Enrico Borghi, da sempre molto critico rispetto alla corsa da parte delle Regioni (in particolare del Piemonte nel cui territorio ospita il più alto numero di impianti) e fautore di rinegoziazioni con gli attuali concessionari, prevedendo aumenti dei canoni e compensazioni. Una tesi, quella del Pd, che poggia anche sulla strategicità dell’idroelettrico e la conseguente necessità di preservarlo da scalate straniere. Tant’è che non molti giorni addietro nel decreto Ucraina è stato proprio inserita la possibilità di attivare il golden power, ovvero limitazioni e veti del Governo, sulle gare regionali per evitare la possibile perdita di asset strategici, per l’economia e la sicurezza del Paese, come peraltro evidenziato in un documento del Copasir, il comitato parlamentare sui Servizi.

Golden Power le cui modalità di possibile attivazione devono ancora essere definite in un Dpcm, senza il quale anche dopo il via libera di oggi le Regioni non potranno effettuare le gare. Passa nel testo del decreto Concorrenza, anche l’aumento dei canoni e le compensazioni economiche per i comuni sede di impianto, compresa la fornitura di energia elettrica gratuita, come chiesto sia dalla Lega, ma anche in un emendamento del Pd.   

“Dopo oltre vent’anni di stallo – osserva Molinari – partirà una stagione di grandi investimenti per modernizzare e rilanciare l'idroelettrico, un asset strategico per la nostra nazione per puntare ai target su energia da fonti rinnovabili e per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero”. C’è, come detto ancora da attendere di conoscere le modalità del Golden Power e, per il Piemonte, sistemare quelle parti della legge che sono state impugnate e per le quali è in corso un’interlocuzione tra gli uffici della Regione e quelli del ministero. Nel nuovo testo, come annunciato dall’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, verrà anche inserita la modalità del partenariato pubblico privato che potrebbe consentire agli attuali concessionari di avere più chance per continuare nella gestione degli impianti. Un’innovazione, rispetto alla legge varata, che era parsa una possibile via d’uscita di fronte all’ipotesi di un blocco o, comunque, un forte rallentamento delle gare. Una modifica che quanto contenuto nel decreto Concorrenza, a questo punto, potrebbe rendere meno rilevante.

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