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La Lega vuole punire Damilano: fuori anche nelle Circoscrizioni

La ripicca del Carroccio dopo lo strappo dell'imprenditore, uscito dal centrodestra. "Verifica con gli alleati nei quartieri dove amministriamo". Torino Bellissima rischia di rimanere isolata, cosa faranno i suoi eletti?

Come in tutti i matrimoni di convenienza la luna di miele finisce presto e quando scatta l’ora della separazione iniziano a volare i piatti. E così sta avvenendo anche tra Paolo Damilano e la Lega, dopo lo strappo dell’imprenditore acqua & vino, uscito polemicamente da un centrodestra “a vocazione populista”. Parole al fiele che ora qualcuno vuole vendicare. “La Lega verificherà con gli alleati l’esistenza di una maggioranza laddove amministriamo insieme”. Una frase sibillina – pronunciata ieri sera dal commissario del Carroccio di Torino e assessore regionale Fabrizio Ricca – apre un nuovo fronte tra il partito di Matteo Salvini e Damilano. L’occasione era la riunione del settore “Enti locali” del partito in cui si è discusso di elezioni comunali, referendum e della serata di lunedì al Golden Palace dove l’avvocato Mauro Anetrini spiegherà le ragioni del Sì ai quesiti sulla giustizia di cui Matteo Salvini è tra i promotori assieme ai radicali.

L’attenzione è rivolta in particolare alle Circoscrizioni del capoluogo piemontese in cui Lega, FdI, Forza Italia e (fino a qualche giorno fa) la formazione dell’aspirante sindaco navigavano compatte nella stessa direzione: cioè la Quinta e la Sesta. Quartieri popolosi della zona Nord della città, dove i cittadini lamentano un progressivo degrado e la sicurezza è la richiesta più pressante nei confronti della politica. Le parole di Ricca fanno il paio con quelle diffuse nei giorni scorsi in una nota ufficiale dalla deputata e capogruppo in Sala Rossa Elena Maccanti secondo cui Torino Bellissima di fatto è uscita “da qualsiasi tavolo del centrodestra torinese”.

La coalizione che si presentò non meno di sei mesi fa agli elettori non esiste più e ora spetterà ai consiglieri decidere come muoversi. Lunedì Damilano ha convocato i suoi eletti al Collegio degli Artigianelli per condividere a posteriori una decisione assunta in totale autonomia e che i compagni di viaggio hanno appreso “dalle agenzie e dai siti d’informazione” ammette sbuffando uno dei diretti interessati. Non è un caso che a far scattare la rappresaglia sia proprio la Lega, il partito che più di tutti si è intestato la candidatura di Damilano e che evidentemente è rimasto più scottato dal suo strappo, peraltro senza lesinare in polemiche, proprio nei giorni in cui si avvicinano le urne. Una iniziativa che il gruppo dirigente torinese ha assunto di concerto con il leader regionale Riccardo Molinari con l'obiettivo di isolare ancora di più l’imprenditore acqua & vino.  

Fuori dalla coalizione, fuori da ogni rapporto con quei partiti che l’hanno sostenuto alle amministrative d’ottobre. “Non si può stare nel centrodestra a fasi alterne” prosegue Ricca che in queste ore sentirà Fratelli d’Italia e Forza Italia per “concordare un percorso”. Lunedì, se non altro per evitare defezioni, è probabile che Damilano confermi il sostegno ai presidenti delle Circoscrizioni 5 e 6 – il leghista Enrico Crescimanno e il meloniano Valerio Lomanto – ma basterà? “Lui ormai è fuori, adesso la palla passa ai suoi eletti” concludono dalla Lega.

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