CITTÀ ALLE URNE

Campagna "gnecca", esito scontato. Cuneo va al voto senza entusiasmo

La vicesindaca Manassero verso l'incoronazione. Sarà lei la prima sindaca rossa della città bianca? Un capoluogo al bivio: ostaggio del rapporto (incestuoso) tra politica e finanza e di una crescente gelosia per Alba. Centrodestra in affanno, il peso della Fondazione

Lo struscio procede regolare per tutto il giorno in via Roma, e quando si fa sera i dehors lungo l’area pedonale si riempiono senza troppo chiasso per consumare l’aperitivo. Mancano tre giorni alle elezioni ma a Cuneo sembrano essersene accorti in pochi. “Una campagna gnecca” ammette ricorrendo al dialetto la deputata del Pd Chiara Gribaudo, che nella settimana prima delle votazioni si è trasferita in pianta stabile nel capoluogo per sostenere la super favorita Patrizia Manassero. Sarà lei la prima sindaca rossa della città bianca? “Ma non sono mai stata comunista – precisa –. Ho iniziato nel Psi”, prima aderire a Pds, Ds e via dicendo. Chi osserva da vicino la campagna elettorale nella capitale della provincia Granda non ha dubbi: “Vincerà Manassero, bisogna solo capire se le basterà il primo turno” è la profezia di Samuele Mattio, direttore di Cuneo Dice, giornale online approdato recentemente anche nelle edicole.

Ben sette i candidati, come le “sorelle” che compongono la provincia Granda di cui il capoluogo è solo uno dei centri nevralgici, peraltro mal collegato dagli altri per quell’atavico deficit infrastrutturale che amplia le distanze. “Dobbiamo dirlo con chiarezza, Alba ormai ha superato Cuneo” infierisce Daniela Santanchè durante un aperitivo elettorale al bar Arione, sotto i portici di piazza Galimberti, ben sapendo di toccare un nervo scoperto. Anche questa volta il suo nome è circolato a lungo tra i possibili candidati a sindaco, poi, data un’occhiata ai sondaggi, la valchiria della destra italiana si è ritirata in buon ordine, accontentandosi di sostenere il fratello Massimo Garnero in corsa per un posto in Consiglio. “E siccome siamo Fratelli d’Italia, io ho anche un fratello e vi chiedo di votarlo” è il gran finale di un intervento durato pochi minuti, pronunciato di fronte a un drappello di fedelissimi, circondata da tutto lo stato maggiore del partito, dal coordinatore provinciale Willem Casoni al capogruppo regionale Paolo Bongioanni. Quasi un orpello il candidato sindaco Franco Civallero, dirigente d’azienda appartenente a quella borghesia cittadina che, però, pare scommettere sulla sua avversaria. “Era un mio sostenitore – rivela Federico Borgna, il sindaco uscente – lavorava per la nostra azienda di famiglia, mi teneva in braccio quando ero bambino. Non so cosa l’abbia spinto a candidarsi”.

La concorrenza con Alba è diventata davvero un tasto dolente per i cuneesi. L’ospedale di Verduno è solo l’ultimo segnale di un baricentro che si sposta mentre per il nuovo nosocomio di Cuneo non c’è ancora uno straccio di progetto e la città si divide da un paio di decenni sulla sua ubicazione. Borgna prova a metterla in positivo: “La provincia di Cuneo ha sempre tratto la sua forza da questa contrapposizione”. Sarà.

Era un ex convento dei gesuiti Palazzo Vitale, che oggi è la sede del Comune di Cuneo, città democristiana per natura, consociativa quasi per vocazione. Se ti affacci al balcone vedi la Fondazione Crc, dove più d’uno pensa che approderà Borgna quando sarà il momento di rinnovare i vertici. Un rapporto stretto, talvolta incestuoso, a Cuneo più che altrove, quello tra il potere finanziario e il potere politico. “Si dice che qui non si possa vincere senza il sostegno dei salesiani e della Crc, noi dimostreremo il contrario” suona la carica Bongioanni, che per gli amici è semplicemente il Caimano. Intanto Giovanni Quaglia, numero uno della Fondazione Crt e “commissario politico” della Crc ha patrocinato anche in questa tornata la lista “Crescere insieme”, stabilmente nella coalizione di centrosinistra.

Le cose vanno come devono andare a Cuneo, senza troppa enfasi o clamore. Il tempo scorre lento come la (poca) acqua di Stura e Gesso, i fiumi che cingono la città. Qui sono rare le alluvioni improvvise, così come i colpi di scena. L’ultimo è stato il voltafaccia dell’allora sindaco uscente Alberto Valmaggia, quando rifiutando l’esito delle primarie, nel 2012, ruppe col centrosinistra e gettò nella mischia un giovane apprendista sindaco non vedente. Da allora Borgna si è letteralmente preso la città mostrando scaltrezza e capacità amministrativa inattese. “Ora a vincere sarà la continuità” dice con più d’un pizzico di orgoglio e mal celata malizia nell'intestarsi la probabile vittoria dell'attuale vice. Lo sa bene anche la direttrice della locale Confindustria, Giuliana Cirio, che nonostante quel cognome che chiama direttamente in causa il fratello governatore Alberto, pare si sia ben guardata dal muovere un dito per il centrodestra. Anzi.    

Nei prossimi cinque anni pioveranno su Cuneo 71 milioni di euro tra Pnrr e altri fondi nazionali ed europei: una scommessa da non perdere, ma soprattutto un tesoretto che i sette candidati non vedrebbero l’ora di poter spendere. Ma chi è corre in alternativa a Manassero e Civallero? C’è qualche nota di colore, come l’esotico Juan Carlos Cid Esposito, candidato con la lista 3V – Verità e Libertà – “un partito nato al tempo della Lorenzin quando s’imposero i vaccini obbligatori per i bambini” esordisce subito con uno strafalcione in un’intervista a Non è la radio: Beatrice Lorenzin, infatti, fu ministro della Salute nella passata legislatura, quando di Covid ancora non si parlava. Il suo è un progetto “dove l’essere umano è al centro delle scelte politiche”. Capito? Non i muli o i fenicotteri, l’essere umano. Lui è il candidato No Vax, mentre l’ex An Beppe Lauria, che ora è leader del comitato nazionale amministratori pubblici no green pass, è sostenuto da Italexit di Gianluigi Paragone, da Vittorio Sgarbi, Diego Fusaro, Mario Adinolfi e pure da qualche ex grillino riunito nella lista “Cuneo per la Costituzione”. Quanto estro per una città come Cuneo. Sono ben sei le liste a sostegno del veterano Lauria, così come le sue consigliature se dovesse essere rieletto. E per un eretico di centrodestra, ce n’è anche uno di centrosinistra, come Giancarlo Boselli, ex segretario dei Ds di Cuneo e vicesindaco con Valmaggia, oggi candidato con una lista di “Indipendenti”. Silvia Cina è la portabandiera del M5s, candidata dopo che il centrosinistra ha rifiutato ogni alleanza, mentre la vera sorpresa potrebbe essere Luciana Toselli, medico, espressione di una sinistra-sinistra che comunque in città ha un suo consenso.

Nonostante una variegata e variopinta offerta elettorale incombe anche questa volta lo spauracchio dell’astensione. Chi potrebbe penalizzare? “Chi punta sul voto d’opinione e sull’effetto trascinamento dei simboli; chi ha liste forti e candidati radicati tiene anche di fronte a un calo degli elettori”, spiega un osservatore avveduto. Altra pessima notizia per il centrodestra. 

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