MULTIUTILITY

Iren, consumatori in bolletta ma amministratori e manager si aumentano lo stipendio

Dai vertici della società alla prima linea di dirigenti, previsto un sostanzioso adeguamento dei compensi che per la prima volta coinvolgerà anche il presidente (Dal Fabbro) e il suo vice (Ferretti). E per incassare il premio basta non peggiorare il rating

Il nuovo corso di Iren si apre con un sostanzioso aumento degli emolumenti per i manager e gli amministratori della multiutility. L’ipotesi di “adeguamento” è contenuta nella Relazione sulla politica in materia di remunerazione 2022, tra i documenti allegati al faldone della prossima assemblea del 21 giugno. Saranno proprio i soci a dover votare il pacchetto di incentivi e bonus che per la prima volta riguarderà anche il (neo) presidente Luca Dal Fabbro, espressione almeno formalmente del Comune di Torino, e il confermato vicepresidente Moris Ferretti (Reggio Emilia), oltreché i “dirigenti con responsabilità strategiche” e “ulteriori risorse apicali in grado di contribuire in modo rilevante al raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale” individuate dall’amministratore delegato e dal direttore generale. Per tutti loro “l’incentivo monetario massimo è stato stabilito in misura pari al 100% della Retribuzione Annua Lorda individuale calcolata alla data del 1° gennaio 2022” si legge nella relazione.

Sessanta pagine fitte fitte per spiegare perché l’azienda ha bisogno di incrementare gli incentivi di top manager e amministratori. E poi, si legge, “l’inclusione, oltre all’amministratore delegato e direttore generale, di presidente e vicepresidente (tra i beneficiari degli incentivi ndr) è stata valutata opportuna tenuto conto del fatto che il Piano industriale 2021-2030, recentemente approvato, è decisamente innovativo rispetto al passato, nonché altamente sfidante nei suoi obiettivi strategici, presupponendo un forte coinvolgimento di tutti gli Amministratori investiti di particolari cariche, dal momento che i target di detto Piano Industriale sono riconducibili alle materie oggetto dei poteri delegati ai suddetti amministratori esecutivi”.  

A introdurre un nuovo approccio riguardo ai compensi dei top manager aziendali è stato il l’ad Gianni Vittorio Armani, a partire dalla nomina del direttore finanziario Anna Tanganelli, assegnandole un compenso di 700mila euro annui. Ora il provvedimento introdotto dal Comitato per le remunerazioni e le nomine dell’azienda mira ad allineare tutti i dirigenti strategici a quei valori, per evitare sommosse tra i megadirigenti dell’azienda (“A lei si è a noi no?”).

Sono due le quote variabili introdotte: una scatta alla fine di ogni anno al raggiungimento degli obiettivi di medio livello, l’altra alla fine del triennio. Ed è questa che può arrivare a raddoppiare la retribuzione annuale lorda. Tra i target per ottenere la soglia massima pari al cento per cento dell’obiettivo c’è “il mantenimento del giudizio su investment grade da parte di una delle due maggiori agenzie di rating”, Fitch e Standard & Poor’s. Attualmente Fitch assegna a Iren un rating BBB con out look stabile, mentre quello di S&P è BBB- con out look positivo. Ciò vuol dire che tra le condizioni per ottenere il massimo della quota variabile c’è quella non di migliorare il rating aziendale ma di subire il downgrade non da entrambe le agenzie, ma solo da una.

Nel 2021 il presidente di Iren Renato Boero ha ottenuto un compenso totale di 191,2 mila euro, il suo vice Ferretti è arrivato a 155,4 mila euro (di cui 8mila, bontà sua, devoluti alla Croce Verde di Reggio Emilia). Il caso di Ferretti è curioso giacché il suo emolumento era stato fissato dalla scorsa assemblea in 40mila euro, che lui riesce a più che triplicare sommando una serie di altri incarichi in seno al gruppo (presidente di Iren Energia; presidente di Alfa Solutions, fino al 5 aprile 2021; presidente di Iren Ambiente Toscana; presidente di Uch Holding sino all’1 dicembre 2021). L’ad Armani ha superato i 500mila euro per sette mesi di lavoro, cioè dal 29 maggio, giorno della sua entrata in servizio, al 31 dicembre. 

Nella relazione viene spiegato che l’aumento dei compensi consentirà a Iren di “migliorare il posizionamento sul mercato, facilitando l’attraction e stimolando l’apporto professionale dei Consiglieri, a partire dagli Amministratori investiti di particolari cariche”, riporta la relazione. Insomma, adeguamenti in linea con il mercato, necessari per portare a termine un piano industriale ambizioso e soprattutto necessari per attrarre i migliori profili presenti sul mercato. Tutto legittimo, solo stride un po’ con il contesto generale, l’aumento delle bollette e i rischi legati alla tenuta dei conti a causa dell’aumento delle materie prime. Quantomeno sarà un incentivo alla (difficile) convivenza per i due galli nel pollaio di Iren: Armani e il nuovo presidente Dal Fabbro.

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