I CONTI DELLA SANITÀ

Milioni per assumere infermieri finiti a coprire i deficit delle Asl

Una parte dei fondi per rafforzare il personale negli ospedali e sul territorio non sono stati spesi. Coppolella (Nursind): "Da Regione e aziende un dettagliato resoconto". Squilli di tromba sul pareggio dei bilanci 2021, ottenuto anche "risparmiando" su nuovi contratti

Una parte degli 80 milioni destinati all’assunzione di personale sanitario in Piemonte è stata utilizzata dalle Aslper coprire i buchi dei bilanci? Il dubbio si fa sospetto e rischia di diventare certezza se dal resoconto dettagliato chiesto a Regione e Asl dal sindacato degli infermieri Nursind emergerà che la destinazione di una fetta di quei fondi è stata cambiata dai vertici delle aziende per poter chiudere, come effettivamente avvenuto, l’esercizio del 2021 in pareggio.

Siamo nel 2020 in piena pandemia ed emergenza, il personale già ridotto all’osso da anni di tagli con conseguenze drammatiche, la necessità di assumere medici e infermieri è la principale delle priorità. Ma c’è da affrontare anche il dopo emergenza, da rafforzare quella medicina territoriale che ha mostrato tutte le sue debolezze e inadeguatezze. Dallo Stato in Piemonte arrivano circa 80 milioni suddivisi in tre filoni di spesa: incremento dei posti letto, potenziamento dell’assistenza domiciliare e assunzioni di circa 750 infermieri di famiglia. 

“Risorse totalmente destinate all’assunzione di personale, in particolare infermieristico che tra l’altro sono a disposizione della Regione anche per gli anni successivi”, sottolinea Francesco Coppolella, segretario regionale di Nursind. Ma quei soldi sono stati spesi tutti per lo scopo ben definito e non aggirabile? “I numeri delle assunzioni, poche, già dicono che non è andata così”, osserva il sindacalista che, dati alla mano, cita casi in cui di nuovo personale per il servizio di infermiere di famiglia non ne è stato assunto affatto. “All’Asl To4 si sarebbero potuti assumere 80 infermieri di comunità – spiega Giuseppe Summa, segretario di Nursind per l’area torinese – e non ne è stato assunto neppure uno”. Non certo un caso isolato.

Tanto più che mentre si sarebbe dovuto incrementare il personale, i vertici delle aziende sanitarie erano alle prese con i bilanci del 2021, da chiudere in pareggio, così com’è avvenuto con squilli di tromba in Regione e pesanti silenzi su quei milioni “risparmiati” a scapito del servizio ai cittadini. Ma utilissimi per il raggiungimento degli obiettivi (con conseguenze anche economiche) da parte dei direttori generali. Qualcuno spiegherà che c’era e c’è difficoltà a trovare il personale, che quei fondi sono previsti solo per alcuni anni dopodiché l’onere dei nuovi assunti non sarebbe più coperto, ma il fatto è che quei soldi erano e sono destinati a un preciso scopo e non per contribuire a coprire i buchi dei bilanci. 

“La Regione ha ripartito quelle risorse per ogni singola azienda e con la precisa indicazione di utilizzo. Se questa viene tradita, allora si manda all’aria anche la programmazione”, dice l’assessore alla Sanità Luigi Icardi con il tono di chi non ha nessuna intenzione di coprire chi eventualmente ha disatteso le indicazioni. Proprio a lui, oltre che ai direttori generali di tutte le aziende sanitarie e al direttore regionale Mario Minola, è indirizzata la lettera con cui il sindacato degli infermieri chiede “un resoconto dettagliato, dal 2020 ad oggi, sull’utilizzo delle risorse economiche, con specifiche finalità, destinate dal Governo alla Regione Piemonte con il decreto legge 34 del 2020”.

Nell’assessorato di corso Regina da mesi è stata istituita una struttura di controllo amministrativo sulle aziende sanitarie. Dunque non sarà difficile rispondere alla richiesta del sindacato, anche se forse per verificare un eventuale e non improbabile utilizzo improprio di quei fondi (o semplicemente non averli spesi per ridurre il deficit) non si sarebbe dovuto attendere l’intervento della rappresentanza sindacale degli infermieri. "Riteniamo – aggiunge Coppolella – che risorse arrivate per precise finalità, che incideranno sulla nostra sanità futura, non debbano essere utilizzate per pareggiare i conti e dovrebbero essere oggetto di verifica degli organi competenti". 

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