PNRR

Fondi per rilanciare i piccoli borghi, neanche un centesimo al Torinese

In Piemonte arriveranno 27 milioni ma nessuno dei progetti presentati dai Comuni dell'area metropolitana del capoluogo è stato finanziato. Cuneo fa man bassa, assieme ad Asti e Alessandria. Uncem: "Meccanismo assurdo". Nuove polemiche dopo il "caso Elva"

Nessuno dei 314 Comuni dell’area metropolitana di Torino è entrato nella graduatoria del bando sulla riqualificazione dei borghi, legato ai fondi del Pnrr e promosso dal Ministero della Cultura. È la cosiddetta “linea B”, quella che garantisce finanziamenti fino a 1,6 milioni di euro a Comune, mentre la “linea A” era quella che aveva assicurato 20 milioni a un solo centro, Elva, un paesello di 87 anime in provincia di Cuneo. E anche questa volta, sebbene la Regione non abbia avuto voce in capitolo, a essere premiata è la provincia Granda con ben 15 centri beneficiari dei contributi. I Comuni di Celle di Macra, Macra, Costigliole Saluzzo, Rossana, Ormea, Bagnasco, Nucetto, Monterosso Grana, Pradleves, San Damiano Macra, Roccabruna, Cartignano, Guarene, Piea e Neviglie otterranno complessivamente quasi 14 milioni di euro. Altri 4,8 milioni pioveranno sull’Alessandrino; 2,56 milioni sull’Astigiano, per un progetto capeggiato dal Comune di Moncalvo, e altrettanti sul Verbano Cusio Ossola. Infine 1,6 milioni andranno rispettivamente ad Ameno (Novara) e Fobello (Vercelli). Neanche un euro per Biella e, come detto, Torino.

Ancora una volta sembra essere privilegiato il Basso Piemonte e in particolare la provincia Granda, che, fanno notare i maliziosi, è l'enclave elettorale del governatore Alberto Cirio, l’Alessandrino di Riccardo Molinari, numero uno della Lega piemontese, e Asti, provincia dalla quale provengono il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e uno degli assessori più influenti e vicini a Cirio, Marco Gabusi. E Torino? Niente: 314 Comuni e neanche un borgo da riqualificare. Dal Ministero della Cultura escludono categoricamente interventi politici: l’input di Dario Franceschini è stato di dare carta bianca alla commissione tecnica che si è occupata di stilare la classifica finale. (QUI LA GRADUATORIA)

Sulle barricate l’Uncem. In una nota, l’associazione che raccoglie i Comuni montani afferma che “non ha mai condiviso l’impianto della linea B del bando e tantomeno quello della linea A, con 20 milioni a borgo per regione. Una assurdità politico-istituzionale che non rispettava e non rispetta territori e comunità. Mettendo, sulle due linee, tutti contro tutti”. Ci sono piccoli Comuni – fanno notare il presidente regionale e quello nazionale dell’associazione Roberto Colombero e Marco Bussone – senza struttura amministrativa che hanno investito anche 10mila euro per la progettazione. E che non vedranno un euro. E poi c’è il problema Torino: “È come se i borghi del Torinese non esistessero per il Mic e per la Commissione di valutazione. Un po’ assurdo”.