FALCE & RANDELLO

Ultima farsa dei comunisti: "Espulso Rizzo"

Dalla Lombardia al Piemonte, le liti interne mandano in frantumi il simulacro del centralismo democratico. Il leader sotto processo dà il via alle epurazioni. Sospeso il segretario piemontese Mereu. Insomma, aveva proprio ragione Carletto

Marco Rizzo “espulso” dal Pc, il partito che lui stesso ha fondato e che dirige con pugno di ferro. È stata la Federazione di Milano, con un post su facebook a mettere sotto accusa il capo e il resto della sua segreteria, in polemica verso quelle “imbarazzanti” alleanze. Una provocazione, nulla di più, dal momento che nel Comitato centrale che si è svolto lo scorso 25 giugno la mozione del “compagno segretario” è stata approvata con soli 7 voti contrari su 40.

A livello parlamentare e non solo, il Partito comunista sta dialogando con una serie di formazioni, liste, organizzazioni più o meno improbabili sulle quali molti iscritti storcono il naso e abbassano il pugno in segno di protesta. Si tratta di Ancora Italia, fondata dal filosofo disorganico (e pure un po' dissociato) Diego Fusaro, o Rivoluzione civile dell’ex magistrato Antonio Ingroia e altre organizzazioni “che mettono insieme No Vax, terrapiattisti e protofascisti” sparano a zero alcuni tesserati.

Torinese, 62 anni, il compagno Rizzo ha fatto tutta la trafila politica sotto le insegne di falce e martello. Quando era ancora nel Pci, quello vero, a causa della sua precoce calvizie (e solo per questa) veniva definito la testa più lucida del partito. Quando poi finì per transitare in una delle tante sigle postume, per l’appoggio che diede da capogruppo sotto il governo dell’Ulivo all’intervento militare in Jugoslavia, sui muri della sua città comparvero le scritte: “Rizzo pelato, servo della Nato”.

La faglia è profonda, c’è un problema di merito, “politico”, ma anche di metodo perché “la richiesta di mandato presentata dal gruppo dirigente (al Comitato centrale ndr) giunge dopo che, in realtà, gli accordi politici sono già stati siglati, sia tramite la nascita di un gruppo parlamentare al Senato (il Cal), sia con la decisione di procedere a iniziative politiche pubbliche insieme a organizzazioni e partiti (Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Ingroia, ecc.). Tutto ciò, di fatto – proseguono i milanesi – pone la recente decisione del Comitato centrale fuori dalla corretta dialettica del centralismo democratico, poiché aggiorna alcune decisioni strategiche del nostro ultimo congresso senza sottoporle a discussione e a una corretta ratifica in spregio dello Statuto, ormai totalmente ignorato”. E qui crolla anche la prassi del centralismo democratico.  

Viene citato anche Migliore, ma il riferimento non è a Palmiro Togliatti, bensì a Gennaro Migliore, nato comunista e finito sotto le insegne di Matteo Renzi, che da quelle parti è il diavolo. Ci è andato di mezzo anche il segretario del Piemonte Matteo Mereu, sospeso per un anno dopo essersi rifiutato di organizzare a Torino una manifestazione il 18 giugno scorso e al contrario aver partecipato a un’altra kermesse di scena a Milano. Con lui hanno restituito la tessera una quarantina di iscritti e si è dimessa la segreteria regionale. Ha lasciato il partito anche Piero Manunta, il segretario della Sardegna, dove il partito ha iniziato a collaborare nientemeno che con gli ultracattolici del Popolo della Famiglia. In Piemonte l’ormai ex gruppo dirigente sta già prendendo un’altra strada: è stata costituita un’associazione culturale che si chiama Interstampa (vecchie riminiscenze) e il Pc si è ritrovato di fatto svuotato. In Lombardia ha alzato i tacchi la segretaria di Brescia Rosa De Matteis e pure la Calabria è in rivolta. Insomma, la confusione è grande sotto il cielo, ma tanto per parafrasare Mao, questa volta per Rizzo la situazione non è “eccellente”.

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