GRANA PADANA

Lega, tutti uniti in ordine sparso

Mentre Salvini fa il "responsabile" e assicura che deciderà "il bene degli italiani", il capogruppo Molinari si scaglia contro governi balneari e pronuncia un peana a favore del voto. L'assessore regionale del Carroccio Marnati avverte: "Con la crisi sono a rischio i fondi del Pnrr"

Se è vero che senza un via libera deciso e inequivocabile della Lega, Mario Draghi non potrebbe rimanere a Palazzo Chigi, dal Carroccio arrivano messaggi contrastanti. Dopo aver invocato le urne, ieri, quando il Movimento 5 stelle aveva aperto la crisi di governo, uscendo dall’aula sul voto di fiducia sul dl Aiuti, oggi Matteo Salvini pare correggere il tiro. La mattina per il leader della Lega è trascorsa tra incontri, telefonate e videocollegamenti con i dirigenti del partito per ascoltare i loro input e per indicare la rotta. A riferirlo è proprio Salvini in una nota in cui viene sottolineato che c’è piena sintonia su cosa fare nei prossimi giorni e totale condivisione delle parole del presidente Draghi, secondo il quale lo strappo di ieri “ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”, per le scelte irresponsabili dei 5Stelle, i più validi alleati del Pd. Salvini ha sentito il numero uno del Mise Giancarlo Giorgetti, uno dei ministri più vicini a Draghi, capo dell'ala governista della Lega, i governatori di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Roberto Calderoli. “Faremo il bene dell’Italia e degli italiani”, ha detto loro Salvini.

E mentre l’ex capo del Viminale si adoperava in un esercizio di responsabilità, il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, su Radio24, è tornato a evocare il voto: “Bisogna capire se un governo balneare o traghettatore troverebbe i numeri, io credo che possa essere molto difficile che la Lega possa appoggiare una soluzione di questo tipo. Legge di bilancio da fare? Il voto è un fattore ordinario in una democrazia, ci si appella sempre al vincolo esterno, al Pnrr, le riforme da fare, alla legge di bilancio, ma in Germania si è votato, in Francia si è votato, in Italia da troppo tempi sembra sempre che non si possa votare per qualche motivo, chi non vuole andare a votare ha paura di perdere elezioni”. E in Piemonte, dove Molinari è il capo del partito, suona l’allarme uno dei suoi assessori, il novarese Matteo Marnati: “La crisi di governo, voluta da Conte e dal Movimento 5 Stelle, mette a serio rischio l’utilizzo dei fondi del Pnrr, in particolare le misure urgenti relative alla transizione ecologica”. Insomma, nella Lega tutti uniti in ordine sparso.

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