VERSO IL VOTO

I Moderati non votano (più) il Pd

Clamorosa decisione della formazione civica, da 18 anni alleata nella coalizione di centrosinistra. Pesa l'esclusione dei loro esponenti dalle candidature. Fallito il tentativo in extremis del braccio destro di Letta. "Non si possono separare i livelli"

Moderati ma non cretini. Seguendo il motto coniato dal loro fondatore, Giacomo “Mimmo” Portas, i Moderati hanno deciso di non sostenere il Pd e l’alleanza di centrosinistra alle elezioni del 25 settembre dopo essere stati esclusi dalle candidature. “I veri Moderati, nati 18 anni fa e da sempre nel centrosinistra – spiegano la coordinatrice cittadina e assessore al Comune di Torino Carlotta Salerno e il capogruppo in Regione Silvio Magliano – sono stati leali fin dall’inizio della propria storia e non hanno mai ritenuto possibile separare il piano locale dal piano nazionale, ritenendo necessario essere coerenti nei confronti di militanti e cittadini”. “Da 18 anni – proseguono – abbiamo partecipato insieme al Pd ad ogni tornata elettorale, ad ogni livello. Alcuni esponenti del Pd ci hanno invitati a separare il piano nazionale dal piano locale, ma noi riteniamo che, se si sta insieme, si debba stare insieme ovunque, riconoscendosi reciprocamente”. Salerno e Magliano ricordano che “per queste elezioni politiche il Pd ha deciso di escludere la parte moderata dalle sue alleanze, noi come Calenda e Renzi, e ha premiato la sinistra estrema, che però non ha mai votato il governo Draghi. Ed è alla luce di queste considerazioni – annunciano – che non potremo sostenere in questa tornata elettorale il Partito Democratico guidato da Enrico Letta”.

Nei giorni scorsi c’era stato il tentativo di riconciliazione, attraverso un comunicato scritto da Marco Meloni (e non da Letta), braccio destro del segretario che ha svolto nel frangente della formazione delle liste il ruolo di “epurator”. «Il Pd da tempo ha sperimentato su molti territori una fattiva collaborazione col Movimento “I Moderati” guidato da Giacomo Portas – afferma il coordinatore della segreteria nazionale –. Questa collaborazione ha portato a risultati importanti che anche oggi consentono a molte amministrazioni sul territorio un proficuo lavoro comune nell’interesse generale. Come già accaduto in passato si è lavorato a dare anche a livello nazionale continuità a questa collaborazione». Fino al patatrac sulle liste, dove né Portas, per tre legislature deputato nelle liste Pd, né i suoi dioscuri locali (Salerno e Magliano) hanno trovato posto. «Per una serie di motivi non inerenti alle volontà dei protagonisti questa volta non si è riusciti a creare le condizioni per una presenza di rappresentanti del Movimento “I Moderati” nelle liste del Pd e degli alleati». Insomma, il destino cinico e baro si è messo di mezzo, sono volati piatti e stracci, ma suvvia non è il caso di divorziare. «Esprimiamo l’auspicio che questo non interrompa la collaborazione», anzi conclude Meloni «esprimiamo la nostra disponibilità a che questo lavoro comune prosegua sia nell’attività di governo che seguirà la vittoria elettorale per la quale lavoriamo, sia nell’attività politica della prossima legislatura a livello nazionale e sui territori». Auspicio non andato a buon fine.

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