VERSO IL VOTO

Conte mette la freccia a sinistra, ormai è testa a testa con Letta

I Cinquestelle insidiano il Pd impegnato nella vana corsa a superare la Meloni. Reddito di cittadinanza e pacifismo i temi dell'avvocato del popolo sempre più populista. La debolezza dell'inquilino (in odore di sfratto) del Nazareno. L'analisi del politologo Natale

Che dite, lotta tra Pd e Cinquestelle per la seconda piazza? In quella domanda che Paolo Natale, politologo, professore alla Statale di Milano e consulente dell’istituto Ipsos, pone in maniera sibillina in un tweet c’è lo psicodramma del Pd e del suo segretario che continua a perdere colpi e non azzeccarne una nel duello ingaggiato con Giorgia Meloni per cercare vanamente di contendere a Fratelli d’Italia il primo posto tra le forze politiche nelle urne del 25 settembre. Ma c’è anche e soprattutto, la probabile remuntada di Giuseppe Conte e del suo partito, quel M5s che potrebbe addirittura conquistare la seconda posizione a spese di un Nazareno che, a quel punto, uscirebbe dalle urne terremotato e in macerie oltre l’immaginabile.

Professor Natale, vuol far prendere un coccolone a Enrico Letta e a tutti i piddini? O, dietro questo suo messaggio pubblicato con apparente nonchalance c’è qualcosa di concreto? Ora lei dirà che i sondaggi non si possono più citare…
“Esatto, proprio così. Nessun dato. Se poi vogliamo ragionare su, diciamo, una tendenza beh potremmo dire che il Partito Democratico appare impegnato in una lotta più per il secondo posto, che non per il primo”.

Dunque, professore, questo scenario si potrebbe verificare per la forza di Conte o la debolezza di Letta? O ci sono altri elementi che la portano a mettere tra le eventualità un’ipotesi del genere?
“Conte sta facendo una campagna politicamente aggressiva su una serie di temi. La sottolineatura costante del reddito di cittadinanza è certamente un punto do forza notevole”.

Molti lo definiscono, non senza ragione, una sorta di voto di scambio tale da assicurare una vasta platea di elettori al partito che lo ha istituito e che lo difende. Il Pd non boccia il reddito di cittadinanza, ma la difesa che ne fa risulta poco convincente, è così?
“Il centrosinistra lo mette, diciamo, un po’ tra parentesi spiegando che va rivisto. E ovviamente non fa presa su chi il reddito lo percepisce e vuole continuare a farlo”.

Un voto concentrato solo al Sud? 
“Quando ancora si potevano pubblicare, i sondaggi individuavano il bacino principale al Sud, ma non va tralasciata la presa che questo tema ha anche al Nord. Tuttavia, ovunque un’opinione e una proposta oscillante del Pd su questo tema non lo favorisce rispetto al partito di Conte”.

Conte che incassa anche la rottura con il governo Draghi e non accusa il colpo della scissione di Luigi di Maio?
“La scissione è stata solo parlamentare, non certo del corpo elettorale. E l’elettorato dei Cinquestelle durante il Governo Draghi era molto diviso, con la maggioranza che non dava un giudizio positivo dell’esecutivo”. 

Ma quanto conta Conte per il partito fondato da Beppe Grillo?
“Conta molto. Ancora oggi, dopo la Meloni, è il leader politico più apprezzato, molto più di Letta”.

Quando è arrivato a Torino, in barriera, c’è stato davvero un bagno di folla non visto per nessun altro politico. Intanto Letta non sembra incassare consensi dai duelli con la Meloni.
“Lo stile di comunicazione del segretario del Pd è abbastanza inefficace. Anche il richiamo del rischio fascista, non paga, ormai lo si è capito”.

Il voto ai Cinquestelle torna ad essere un voto di protesta?
“Ovviamente Conte dopo aver governato con tutti non può rifarsi una verginità, punta invece a temi che fanno presa sulle fasce più deboli, ma anche a quelli ambientali. E non dimentichiamo la linea pacifista con il rifiuto di inviare ulteriori armi all’Ucraina”.

Il pacifismo, tema classico della sinistra radicale, passa ad avere come riferimento i Cinquestelle, facendone crescere i consensi?
“Si, a parte alcune piccole formazioni di estrema sinistra, gran parte del pacifismo credo si rivolga proprio al partito di Conte”.

Professore, torniamo alla domanda del suo tweet. Dove può pescare il M5s quei voti che potrebbero portarlo a contendere o addirittura a soffiare il secondo posto al Pd?
“Un po’ pesca a sinistra e un po’ a destra, ma buona parte dei voti potrebbero arrivare da quanti venivano fino a poco tempo fa conteggiati tra i probabili astensionisti. E questo spiegherebbe come in alcuni collegi, specie nel Sud, i tre schieramenti sarebbero sostanzialmente alla pari”.

Se il distacco nel Centro Sud si attesterebbe in appena due punti a vantaggio del Pd, al Nord la situazione appare diversa?
“Direi di sì, il Pd anche alla luce dei sondaggi ancora pubblicabili ha un vantaggio maggiore e credo possa conservarlo, anche se con qualche erosione”. 

Quanto contano i candidati? 
“Praticamente nulla, con una legge che non consente di scegliere”.

A Torino e in Piemonte si registra però un effetto Appendino, un’eccezione?
“Chiara Appendino è una delle figure di spicco dei fedelissimi di Conte e questo, indiscutibilmente, fa presa e può rappresentare un valore aggiunto”.

Concludendo, professor Natale, lei ha fatto una domanda. Marzullianamente si dia una risposta, lotta per il secondo posto tra Pd e Cinquestelle?
“La lotta mi pare ci sia”.

Il sorpasso di Conte su Letta?
“Molto dipenderà dagli ultimi giorni. Quindi, difficile, ma non impossibile”.

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