SANITÀ

"No vax fuori dai reparti a rischio", il Pd vuole una legge regionale

In linea con il provvedimento assunto ieri dal direttore dell'Asl di Torino Picco, il vicepresidente del Consiglio Valle presenta un provvedimento per tenere medici e infermieri non vaccinati lontani almeno dai pazienti più fragili

Il reintegro in ospedale dei medici no vax ha aperto un fronte tra Regioni – in particolare quelle governate dal centrosinistra – e Governo. Emilia-Romagna, Lazio, Campania e soprattutto Puglia hanno alzato le barricate contro il provvedimento del ministro della Salute Orazio Schillaci, già costretto al passo indietro sull’annullamento dell’obbligo di mascherina all’interno degli ospedali, dopo la levata di scudi di medici e infermieri. Ora il nuovo casus belli sono i camici bianchi sprovvisti di vaccino che potrebbero tornare al loro posto, negli ospedali, anche nei reparti più delicati, con i pazienti più a rischio. 

Il governatore campano Vincenzo De Luca ha inviato una direttiva ai direttori generali delle aziende ospedaliere “per mettere in campo tutte le azioni dirette a contrastare anche ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti”, mentre la Puglia è andata allo scontro annunciando l’esclusione dei sanitari no vax dagli ospedali. Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato dice che il governo impugnerà la legge regionale, Michele Emiliano gli risponde che il provvedimento è del 2018 e quindi sono scaduti i termini per impugnabilità.

In Piemonte il Pd, con una proposta di legge depositata dal vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle, chiede che vengano esclusi i medici e infermieri non vaccinati contro il Covid dai reparti più a rischio degli ospedali, demandando alla Regione la definizione degli stessi. Insomma, grosso modo quanto ieri Carlo Picco, direttore dell'Asl di Torino ha stabilito con una sua circolare. “Il reintegro in servizio dei medici e degli operatori sanitari no vax e lo stop all’obbligo vaccinale sono una vera e propria amnistia – afferma il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris Raffaele Gallo – un colpo di spugna dettato da una visione ideologica e anti-scientifica, una mancanza di rispetto verso i 179mila italiani morti a causa del Covid”.

Sulla questione, il governatore Alberto Cirio – che ieri era a Roma e ha incontrato anche il ministro Schillaci per parlare del Parco della Salute –, non si è ancora pronunciato, ma la linea è quella di attenersi alla decisione del governo secondo la tesi che ogni scelta è figlia del suo tempo e questo è il momento di lasciarsi l’emergenza alle spalle. “L’epidemia non è terminata, i contagi crescono, non possiamo abdicare al principio di prudenza e non tutelare i pazienti più esposti” dice Valle. Riguardo a eventuali dubbi di costituzionalità il numero due di via Alfieri è tranchant: “Il 6 giugno 2019 la Consulta ha dichiarato legittima la legge della Puglia, in quanto indirizzata specificamente agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell’ambito delle strutture facenti capo al Servizio sanitario nazionale”. Infine, conclude Valle “non si utilizzi l’argomento della carenza di personale, perché quella si affronta con le assunzioni non con i condoni. I vaccini non sono una cartella esattoriale, non si può procedere a colpi di sanatorie”.

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