LA SACRA FAMIGLIA

Agnelli che si sbranano tra loro, la contesa sull'eredità di Marella

Prima udienza a Torino della causa civile che vede la primogenita dell'Avvocato Margherita contro i figli Elkann. In ballo le partecipazioni della cassaforte di famiglia e, a cascata, tutto l'impero. Varrà il diritto svizzero o quello italiano? La decisione arriverà nel 2023

La prima udienza della causa che vede Margherita de Pahlen contro i figli John, Lapo e Ginevra Elkann sull’eredità di sua madre Marella Caracciolo, morta nel 2019 a quasi 92 anni, è iniziata a Torino nella seconda sezione del Tribunale civile, davanti al giudice Nicoletta Aloj. Al Palazzo di Giustizia si sono presentati gli avvocati delle parti: Dario Trevisan per la figlia dell’Avvocato, Carlo Re ed Eugenio Barcellona per gli Elkann. Il Tribunale dovrà decidere sulla questione di competenza territoriale, visto che Margherita Agnelli sostiene che la propria madre, vedova di Gianni Agnelli, vivesse in Italia e non in Svizzera, dove però era domiciliata. Una questione che servirà ad accertare se nella vicenda debba valere il diritto testamentario svizzero o quello dell’Italia. In questo caso l’intera eredità non andrebbe solo agli Elkann, ma per una parte anche ai figli avuti nel suo secondo matrimonio con De Pahlen. Margherita Agnelli, infatti, intende invalidare il patto successorio del 2004, in cui aveva rinunciato all’eredità aziendale.

Insomma, in ballo c’è la più suggestiva di tutte le eredità italiane: quella del casato delle Quattroruote, in cui la mamma si schiera contro i suoi stessi figli. O meglio, contro una parte di loro. Una prima causa Margherita (mamma di John, Lapo e Ginevra Elkann e di altri cinque figli avuti dal secondo marito Serge de Pahlen) l’aveva avviata a Ginevra, ma essendo la residenza abituale di Marella in Italia, è qui, a suo parere, che andrebbe regolata la successione. Però i tre testamenti con cui la vedova dell’avvocato indicava come unici eredi i soli Elkann sono svizzeri. E la competenza è italiana o elvetica è il primo nodo da sciogliere.

La decisione potrebbe invece arrivare nel 2023. Nel caso di vittoria di Margherita ci potrebbero essere impatti sugli assetti della cassaforte di famiglia, la Dicembre società semplice (John 60%, Lapo e Ginevra 20% a testa), e a cascata sulla governance del gruppo Exor (Stellantis, Ferrari). Ovvero, l’impatto su una partecipazione di 4,6 miliardi a capo di un impero da 30. Si tratta appunto del presunto valore della Dicembre nel 2019, quando Marella morì, di cui Margherita rivendicherebbe il 50%. Per i legali degli Elkann, il controllo di John sulla holding non può essere messo in discussione e una vecchia indagine fiscale aveva confermato la residenza della donna in Svizzera fin dagli anni 70. Chiedono dunque la carenza di giurisdizione per il tribunale di Torino, o almeno di attendere la sentenza svizzera. Margherita sostiene invece che gli interessi della mamma fossero in Italia, dove avrebbe passato la maggior parte del suo tempo. Per documentarlo ne ha ricostruito gli spostamenti degli ultimi 15 anni affidandosi a investigatori privati. Nell’atto di citazione di 200 pagine sembra delinearsi un complotto volto ad occultare alla figlia il reale patrimonio di Gianni, tale che i consulenti di Marella avrebbero “adottato una serie di escamotage preordinati alla totale esclusione della figlia e dei suoi discendenti, ramo de Pahlen, dalla successione Caracciolo”. Per Margherita la madre sarebbe “stata indotta a rilasciare i testamenti, nonostante non ne potesse comprendere la portata”.

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