SANITÀ

Medici delle coop in ospedale, stretta di Anac: "Regole chiare"

Lettera del presidente dell'Anticorruzione ai ministri Schillaci e Giorgetti: serve subito un decreto per mettere ordine. Il ricorso ai gettonisti rischia di far saltare i bilanci. In Piemonte situazione oltre la soglia di guardia. Icardi: "Sistema dai costi esorbitanti"

Un decreto che metta ordine e faccia chiarezza sull’impiego di medici “gettonisti” negli ospedali e fissi criteri per stabilire prezzi congrui per questo servizio. È quanto chiede il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia al ministro della Salute Orazio Schillaci e a quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Arriva dall’Anac un deciso sollecito al Governo per incominciare ad affrontare una questione esplosiva da mesi e che rischia di mandare a ramengo i bilanci delle Asl e di conseguenza delle Regioni, sempre più ostaggi delle cooperative e dei loro costi esorbitanti. “Per sopperire all'attuale carenza di medici ormai diffusa in numerosi comparti ospedalieri – scrive il presidente dell’Authority – le aziende sanitarie sono indotte ad aggiudicare appalti, spesso mediante procedura negoziata, alla quale partecipa un numero ridotto di operatori economici, in particolare per assicurare alcuni servizi come quelli di guardia medica o nei Pronto Soccorso, nonché a corrispondere compensi particolarmente elevati per ciascun turno”.

Un quadro che ormai non vede esclusa nessuna regione, ma che in alcune come il Piemonte ha ormai raggiunto e superato i livelli di guardia, tra l’altro con situazioni a dir poco allarmanti. È di poche settimane fa il caso, portato alla luce dallo Spiffero, di una dottoressa che nonostante la sua sospensione dall’attività professionale prestava servizio nei Pronto Soccorso di Novi Ligure Tortona in forza alla cooperativa Amaltea cui l’Asl di Alessandria aveva affidato l’appalto per i duie ospedali e che poi, con un ulteriore appalto, avrebbe e esteso a tutti i Pronto Soccorso della provincia.  

Lo stesso assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, ha più volto ammesso la situazione di “ostaggi delle cooperative e dei loro costi spropositati” riferendosi al quadro dell’emergenza-urgenza in Piemonte, dove ogni turno di dodici ore non costa meno di 800 euro, ma arriva facilmente a superare i mille, a fronte di stipendi che non superano i 4.500 euro per i primari dei Pronto Soccorso.

“L'Autorità intende mettere a disposizione il proprio supporto a ospedali e aziende sanitarie – scrive ancora il presidente di Anac ai due ministri – per la predisposizione di questi affidamenti professionali, anche con riferimento alla tempestiva e corretta programmazione dei fabbisogni e all'individuazione di importi a base di gara congrui”. Busia ricorda come “nelle ultime settimane sono giunte ad Anac parecchie richieste di parere sulla congruità dei prezzi per forniture di servizi medico-sanitari disposti in somma urgenza. Non esiste però alcun quadro normativo certo, che possa indicare come procedere con tali assunzioni "a ore", con quali limiti, entro quali prezzi, con che tipo di durata giornaliera”. 

Ecco, dunque, che “come già fatto per i dispositivi medici e altri servizi sanitari, l'Autorità potrà provvedere alla individuazione dei prezzi di riferimento, ove siano forniti i dati necessari in relazione ai servizi oggetto di attenzione, secondo criteri fissati con decreto del Mef del ministero della Salute per contribuire a individuare le azioni più efficaci che possano perseguire il contenimento della spesa pubblica ed il miglioramento della qualità dei servizi offerti”.

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