GRANA PADANA

Congressi Lega, per Salvini rischio Bergamo anche in Piemonte

Nella provincia lombarda la segreteria a uno degli avversari del leader (ma pure lo sconfitto era di Giorgetti). Si comprende la paura del Capitano di andare alla conta. Parola d'ordine di Via Bellerio: "Continuità". Nel Vco Preioni dovrà lasciare per incompatibilità

Nuvole pesanti, di quelle da minacciar tempesta, sul cielo di Bergamo hanno aperto la stagione dei congressi provinciali della Lega. Periodo, come noto, che piace assai poco a Matteo Salvini, conscio dei mal di pancia interni sempre più evidenti dopo la debacle elettorale e che le assise per i rinnovi degli apparati dirigenti territoriali potrebbero facilmente emergere con maggior forza.

E l'esordio nella sua Lombardia ha confermato la ragione dei timori del Capitano, guardando al resto del Paese e al Nord in particolare. Per la provincia lombarda, la prima a rinnovare il segretario, l’ha spuntata Fabrizio Sala, sindaco di Telgate e certo non un salviniano di ferro, neppure di latta, essendo egli tra gli aderenti al Comitato del Nord, la corrente voluta da Umberto Bossi e recentemente diffidata dallo stesso Salvini. E poco o nulla potrebbe consolare il leader guardando allo sconfitto, Mauro Brambilla, anch’egli parte di quell’area critica verso il leader e assai più vicino a Giancarlo Giorgetti. L’unico salviniano di cui si era vociferato non sarebbe riuscito neppure a raccogliere le firme per la candidatura. Peggio di così…

Bergamo ha aperto la strada, ora toccherà al resto delle province. In Piemonte, dove i mal di pancia non mancano e anzi sono stati acuiti dalle decisioni per le candidature al Parlamento. Una fetta della Lega chiede conto al segretario regionale Riccardo Molinari, imputandogli scelte cadute solo su suoi fedelissimi. La linea indicata da via Bellerio sarebbe quella della “continuità”, senza stravolgimenti. Alcuni avvicendamenti saranno, tuttavia, obbligati in virtù dell’incompatibilità sancita tra il ruolo di segretario provinciale e la carica di consigliere regionale. Toccherà dunque cambiare la guida del partito in provincia di Alessandria dove attualmente c’è Daniele Poggio, ma anche nel Vco “feudo” del commissario nonché capogruppo a Palazzo Lascaris Alberto Preioni, così come a Biella dove la Lega è nelle mani di un altro consigliere regionale, Michele Mosca. La regola però sbarra la strada anche a Matteo Marnati che lo stesso Molinari avrebbe visto di buon occhio al vertice del partito di Novara.

La corsa, si fa per dire visto l’esordio bergamasco, verso il rinnovo dei vertici provinciali piemontesi potrebbe partire, in qualche caso, prima della fine dell’anno, ma tutto sempre venire spinto più avanti, rinviando quella che in alcuni casi potrebbe rivelarsi una sorpresa per nulla piacevole agli occhi del leader, ma anche per lo stesso Molinari che molti descrivono particolarmente provato per la mancata elezione alla presidenza della Camera, che per alcuni giorni prima della scelta di Salvini su Lorenzo Fontana, pareva cosa fatta. Una posizione quella del capogruppo a Montecitorio che all’interno del partito appare meno granitica rispetto al passato per quanto riguarda il rapporto con il segretario federale. Per lui, come segretario regionale, i tempi si prospettano ancora più lunghi. Se Salvini, a ragion veduta, non ha nessuna fretta del ricambio nelle province, figurarsi nelle regioni. Dove nulla si muoverà fino a dopo le elezioni in Lombardia. 

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