PASSATO & PRESENTE

Inneggiano alle Br, indagati i P38-La Gang

La band musicale è celebre per gli espliciti riferimenti al gruppo terrorista, con tanto di bandiere sul palco e addosso il passamontagna. Si esibivano nei centri sociali e in circoli Arci. La procura di Torino contesta il reato di istigazione a delinquere

La band P38-La Gang è indagata a Torino per istigazione a delinquere. In mattinata i carabinieri e la polizia del capoluogo piemontese, supportati dagli uffici territoriali di Bologna, Bergamo e Nuoro, hanno eseguito perquisizioni nei confronti dei quattro componenti del gruppo musicale: è stato sequestrato materiale informatico utile alla prosecuzione delle indagini. Il complesso è celebre per gli espliciti riferimenti alle Brigate Rosse, con tanto di bandiere con la famigerata stella a cinque punte sul palco, spesso dei centri sociali, e cantava brani indossando il passamontagna con espliciti riferimenti alla formazione terrorista: “Renault”, l’auto in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro il 9 maggio 1978, “Nuove Br”, “Giovane Stalin” e “Ghiaccio Siberia”, alcuni dei titoli. La loro musica è una trap militante che si può ascoltare su piattaforme come Spotify o Apple Music. Uno dei loro album si intitola proprio Nuove Br”, in copertina, l’immagine della Renault 4 con dentro il cadavere dello statista democristiano. Secondo gli inquirenti i loro testi inneggiavano alla violenza alla contrapposizione radicale contro le istituzioni. “Quello che le Br volevano fare allo Stato noi lo vogliamo fare all’industria musicale” dichiaravano nelle interviste. La figlia di Moro, Maria Fida e il figlio di un carabiniere vittima dalle Brigate Rosse, Bruno D’Alfonso, avevano presentato numerosi esposti.

 “Scappiamo nel buio, torniamo nel niente”. A giugno con questo post sul profilo Instagram della P38-La Gang, i componenti Astore, Yung Stalin, Jimmy Pentothal e Papa Dimitri annunciavano l’addio alle scene proprio per via delle indagini. A fa scattare queste ultime è stato in particolare il concerto del Primo Maggio presso il circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia. I testi di quelle canzoni, e in particolare l’esposizione del drappo a cinque punte, avevano scatenato una bufera e lo sdegno social di personaggi come Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista ucciso dalle Nuove Br vent'anni fa.

“Bisogna riportare alla ribalta la lotta armata. Ci fosse la lotta armata, ci fosse la rivoluzione, domani io stesso sarei il primo ad andare in strada a chiedere di essere arruolato”. Così i componenti parlavano in un’intervista pubblicata sui canali YouTube. Questa mattina gli appartamenti di Astore, classe 95 di Nuoro, di Papa Dimitri 34enne di Bergamo, di Jimmy Pentothal del 1999, milanese, legato all’area antagonista meneghina e Yung Stalin, classe 93, siciliano trasferito a Bologna, i nomi d’arte, sono stati perquisite dalla Digos e dai Ros per l’inchiesta di istigazione a delinquere che vede come titolari i pubblici ministeri Enzo Bucarelli e Paolo Scafi. Due dei componenti hanno precedenti per travisamento invasione di edifici ed imbrattamento.

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