DIRITTI & ROVESCI

"Quest'unione non s'ha da fare", la procura blocca Vattimo

Il filosofo, 86 anni, vorrebbe "convolare" con il suo assistente, Caminada, che i pm accusano di circonvenzione d'incapace. Chiesti 4 anni di carcere. I due dovranno attendere la sentenza

Dovranno attendere la pronuncia della sentenza prevista per il 6 febbraio il filosofo ed ex europarlamentare Gianni Vattimo, 86 anni, e il suo assistente Simone Caminada, 38 anni, per celebrare l’unione civile per la quale avevano presentato richiesta lo scorso 7 dicembre al comune di Vimercate, in Lombardia. Lo si è appreso oggi a margine della ripresa del processo in cui Caminada è imputato di circonvenzione di incapace. Per lui la procura ha chiesto quattro anni di carcere mentre oggi la difesa ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Secondo l’accusa l’assistente avrebbe approfittato della fragilità del professore, anche se lo stesso Vattimo ha sempre respinto l’idea di essere una persona affetta da disturbi psichiatrici o psicologici, e oggi ha seguito l’udienza in tribunale, dove è arrivato, in carrozzina, accompagnato dallo stesso Caminada.

“Non stiamo parlando – ha detto l’avvocato difensore Corrada Giammarinaro – di un povero vecchio coperto di stracci e abbandonato sul ciglio della strada e nemmeno del protagonista del romanzo di Bassani Gli occhiali d’oro. Vattimo è un uomo che conosce bene il gioco della seduzione e la gestione del triangolo amoroso. Un uomo che coltiva la sua idea di libertà. Diversa da quella della procura della Repubblica e da quella di alcuni personaggi che compaiono in questa vicenda”. Il legale ha anche osservato che in certi momenti sembra che intorno a Vattimo graviti “una cerchia che somiglia a un nido di serpi pronte a scagliarsi le une contro le altre”. Il pubblico ministero Dionigi Tibone ha preso la parola per una breve replica alle dichiarazioni dell’avvocato: “Mi ha colpito che abbia parlato di procura classista. Noi abbiamo sempre detto che qui l’omosessualità non c’entra nulla. Abbiamo solo valutato dei comportamenti che costituiscono reato. È il nostro dovere. Ricondurci a ideologie d’antan collegate con il fascismo non è corretto. Lo respingiamo in toto”. Ora si attende la sentenza.

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