RETROSCENA

"Nessuno ha mai parlato di alleanze". Azione e reazione uguale e contraria

A dar retta alle parole di alcuni esponenti torinesi il Terzo Polo starebbe guardando a sinistra per le Regionali. "Non esiste", dice Napoli. Una corsa solitaria? Ci spera (senza far bene i calcoli) Giuntoli. Intanto Cirio pranza con Costa (che paga il conto e fa nevicare)

“Alleanze? È una cosa che non esiste e di cui mai nessuno ha parlato negli organismi di Azione e con Italia Viva”. Osvaldo Napoli, ex parlamentare di lungo corso e componente delle segreteria nazionale del partito fondato da Carlo Calenda, sminuisce fino a considerarle prive di fondamento le aperture a intese elettorali con il centrosinistra alle elezioni piemontesi del 2024. Una prospettiva cui invece guarderebbero con favore alcuni esponenti locali, in particolari torinesi, da Claudio Lubatti a Gianluca Susta, non a caso entrambi provenienti dal Pd. Posizioni che sarebbero state espresse ieri anche dalla coordinatrice provinciale dei renziani Vittoria Nallo e dalla sua omologa calendiana Cristina Peddis nel corso della presentazione dell’iniziativa “Tocca a noi”, dove Massimo Giuntoli, l’ambizioso ex presidente dell’Ordine degli architetti, spera tocchi a lui correre da aspirante governatore per il Terzo Polo (dopo che in passato ha tentato analoghe candidature sia col centrosinistra sia col centrodestra). Faccia però bene i calcoli, visto che l'aspirante governatore della coalizione che arriva terza non entra di diritto in Consiglio regionale.

“Conoscendo un po’ le regole della politica” (e chi vuol intendere intenda), questa presunta svolta a sinistra “non sta né in cielo, né in terra, così come non ci stanno considerazioni rivolte all’altra parte politica”, sottolinea Napoli, sorpreso e non meno irritato, per questi passi falsi “di chi comunque ha responsabilità di rappresentanza di una forza politica”. La realtà è “che non c'è stata ancora nessuna discussione e valutazioni su scelte e posizionamenti per le regionali in Piemonte. Non si è affrontato il tema né a livello nazionale, né locale”. E una cosa è certa, non saranno le Peddis e le Nallo a decidere tali strategie.

Insomma, quello sbilanciamento verso il centrosinistra appare davvero come una perdita di equilibrio di singoli esponenti torinesi del Terzo Polo, una formazione che certamente potrà dire la sua nella partita del 2024, ma che oggi ben si guarda dall'anticipare come e con chi eventualmente si presenterà agli elettori. Ingenuità, smania di protagonismo, necessità di trovare visibilità (per qualcuno dei protagonisti, ormai una costante) e poi, pure stavolta, un posto in lista? Forse c’è un po’ di tutto nella maldestra sortita che, a quanto risulta non è piaciuta neppure ai piani alti di Italia Viva (citofonare  a Silvia Fregolent), anch’essi colti di sorpresa. “Non entro in merito se guardare a destra o sinistra, ma ciò che è stato detto esula completamente dagli indirizzi e dalla linea di Azione”, aggiunge Napoli il quale assicura e ribadisce che “non c’è alcun tavolo di trattativa”. 

Semmai un tavolo che in qualche modo potrebbe rimandare alla questione che sta irritando i vertici del Terzo Polo, è stato lunedì scorso in un ristorante torinese. Attovagliati il presidente della Regione Alberto Cirio e il deputato e vicesegretario nazionale di Azione Enrico Costa. Ignoto l’oggetto della conversazione, anche se è difficile immaginare che non si sia parlato della probabile ricandidatura dell’attuale governatore e di possibili strategie guardando al 2024. Il mistero resta là, nel pranzo offerto da Costa mentre fuori nevica copiosamente. Tanto da suggerire a qualcuno la perfida battuta che lega l’evento a quello atmosferico.

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