ECONOMIA DOMESTICA

Il Nord-Ovest tira ancora l'Italia

Nel 2021 il Pil del Paese è cresciuto del 6,7%. Vola la Lombardia (+7,7%), molto bene il Piemonte (+7,1%). Aumentata anche l'occupazione e cresciuti i consumi delle famiglie. L'economia sommersa vale oltre il 10% di quella complessiva

Il 2021 è stato l’anno del rimbalzo, il Nord-Ovest d’Italia l’area geografica che ha dato maggiore impulso. A livello nazionale il Pil è aumentato del 6,7% rispetto all’anno precedente. Il Nord-ovest ha mostrato la crescita più marcata (+7,5%), favorita da andamenti particolarmente sostenuti delle Costruzioni (+23,2% rispetto al 2020, a fronte del +21,6% a livello nazionale), dell’Industria (+12,3%) e del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (+9,1%). Al contrario, il settore dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca fa registrare una flessione (-2,7% rispetto al 2020) anche se va detto che era stato quello meno colpito dalla crisi legata al lockdown. È quanto emerge dai dati del report Istat sui conti economici e territoriali 2019-2021. Nel Nord-Est il Pil è aumentato del 7,1%, poco più della media nazionale. Un incremento leggermente più accentuato rispetto al Centro si registra nel Mezzogiorno, dove l’economia è cresciuta del 6% rispetto al 2020. A livello regionale sono Lombardia e Basilicata a registrare la crescita più marcata del Pil, entrambe +7,7% rispetto all’anno precedente, seguite da Emilia-Romagna (+7,5%), Veneto (+7,3%), Umbria e Piemonte (+7,1%). Incrementi superiori alla media nazionale si registrano anche per Abruzzo e Marche (+7% per entrambe). La crescita più contenuta è quella del Molise (+4,3% rispetto al 2020), seguito da Calabria (+4,5%) e Sicilia (+4,7%).

All’espansione dell’attività produttiva si è accompagnata, nel 2021, una crescita in volume dei consumi finali delle famiglie del 5,3% a livello nazionale. Anche in questo caso il Nord-Ovest ha mostrato l’incremento più consistente (+5,6%), il Mezzogiorno quello più contenuto (+4,8%). Nel 2021, il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 3,7% a livello nazionale, come sintesi di un aumento superiore alla media nazionale al Mezzogiorno (+4,1%) e al Centro (+3,9%), e inferiore al Nord (+3,6% nel Nord-Ovest e +3,4% nel Nord-Est).

Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, gli incrementi in volume più significativi si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (+6,2%), in Valle d’Aosta (+6,1%), Lombardia e a Trento (+6%); seguono Veneto (+5,8%), Sardegna (+5,7%), Umbria (+5,6%) e Friuli-Venezia Giulia (+5,5%), Campania e Piemonte (+5,2% per entrambe) e Emilia-Romagna (+5%). Crescite più contenute si riscontrano invece in Puglia (+3,8%) e Liguria (+4%).

È aumentata anche l’occupazione che a livello nazionale ha fatto registrare un +0,6%. La performance migliore è nel Mezzogiorno, dove il numero degli occupati è cresciuto dell’1,3%. Nord-Ovest e Centro hanno mostrato incrementi più contenuti, pari rispettivamente allo 0,4% e allo 0,3%, mentre nel Nord-Est il numero degli occupati è rimasto pressoché stabile (+0,1% rispetto al 2020).

Per quanto riguarda il sommerso, infine, nel 2020, ultimo anno per cui sono disponibili le informazioni, l’economia “non osservata” ha rappresentato in Italia l’11,6% del valore aggiunto totale (l’incidenza sul Pil è pari al 10,5%, in diminuzione di circa 1 punto percentuale rispetto al 2019). Questa componente ha un peso molto alto nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 16,8% del complesso del valore aggiunto, seguito dal Centro (12%). Sensibilmente più limitata, e inferiore alla media nazionale, è l'incidenza nel Nord-Est (9,8%) e nel Nord-Ovest (9,2%).

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