GRANA PADANA

I nordisti registrano il simbolo. Attacco al cuore del salvinismo

Depositato il marchio del Comitato Nord, voluto da Bossi. Si preparano alla scissione e al sostegno alla Moratti in Lombardia? Arrivo a sorpresa del governatore Fontana a casa del Senatur. Salvini allarmato per uno strappo a casa sua. Giorgetti mediatore

Un mezzo per alzare la posta con l’avversario interno o, addirittura, il segnale di una rottura alle viste. Qualunque cosa possa celare, la registrazione del “Comitato Nord” all’ufficio marchi e brevetti rappresenta un passo importante e rumoroso per l’ala nordista del partito di Matteo Salvini.

Quella che già solo come corrente interna a un partito che formalmente non ne contempla, aveva provocato un bel po’ di sconquasso e non meno irritazione nel leader, adesso sembra prendere quasi le sembianze di un partito pronto a viaggiare sulla sue gambe e in una direzione diversa da quella che ormai d alcuni anni il Capitano ha impresso alla Lega. 

Come riferisce l’Adnkronos che ha potuto vedere gli atti, coloro i quali nei mesi scorsi hanno risposto all’appello di Umberto Bossi e al richiamo dei perduti temi identitari nordisti, hanno presentato la richiesta di registrazione ufficiale del marchio che segue di un paio di mesi la costituzione di un’omonima associazione. L'operazione di blindatura del simbolo da parte della fronda nordista che toglie il sonno a Salvini, pare sia avvenuta l’antivigilia di Natale, proprio nelle stesse ore in cui il vecchio leone padano, tornato a ruggire, mandavo il suo tradizionale biglietto di auguri con il motto eloquente e forse preconizzante: “Dalle macerie si può nascere se c'è amore”.

Al posto della cometa, la stella del Nord, tanto per rincarare la dose. Il ritorno ai temi delle origini, sia pure adeguati ai tempi, per i nordisti passa anche attraverso i colori. Così se nel simbolo appena registrato resiste il blu che accompagnò il cambiamento salviniano, torna con forza anche il verde che il Senatur e non pochi altri mai hanno abbandonato in cravatte e pochette.

Due campi sovrapposti, verde e blu, su cui sono apposte le due parole Comitato e Nord' rispettivamente. Due campi che vanno a formare una freccia, come a indicare la direzione di marcia, ma che ricalcano pure il simbolo presente da alcuni mesi nella pagina internet del movimento voluto da Bossi e coordinato dall’europarlamentare Angelo Ciocca insieme a Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda.

E proprio alla Lombardia si guarda con attenzione o apprensione (a seconda dei casi) legando la rapida evoluzione della formazione nordista alle imminenti elezioni regionali. Le voci di una possibile scissione e di una corsa dei nordisti a sostegno di Letizia Moratti continuano a circolare con una certa insistenza e non senza qualche fondamento.

I consiglieri bossiani in Regione dopo il loro abbandono del gruppo, sono stati espulsi dal partito e sarebbero in corso trattative con il ricandidato governatore Attilio Fontana per avere qualche posto nella sua lista per i “ribelli”, ovviamente con ben visibile la loro appartenenza al Comitato del Nord. Una richiesta che molti ritengono indigeribile per Salvini. A quel punto la strada verso la Moratti, in un’inedita alleanza con il Terzo Polo, sarebbe assai più di un’ipotesi.

La preoccupazione del governatore uscente molti la leggono con la sua comparsa a sorpresa, l’altro giorno, proprio a casa del Senatur a Gemonio dove con lui stavano ragionando Ciocca e Grimoldi.Tanto più che Bossi e Fontana si erano incontrati pochi giorni prima. Trattative per trovare una quadra ed evitare lo strappo nordista proprio nella regione che ha visto nascere e crescere il partito dell’Umberto? O, ormai, vani tentativi di scongiurare quello che non potrebbe essere che un attacco al cuore del partito di Salvini?

Forse qualcosa di più si potrà capire appena dopo Capodanno quando è fissato un nuovo incontro, nel quale l’eminenza grigia Giancarlo Giorgetti, don Abbondio quanto basta per troncare e sopire, dovrebbe fungere da mediatore tra quelle che ormai sono sempre più due Leghe, con in ballo la guida della Lombardia (e la figura che si ritroverebbe a fare Salvini con una scissione a casa sua).

Nella registrazione del marchio i nordisti chiedono di poterlo utilizzare “per organizzazione di manifestazioni politiche, consulenza politica, servizi nell'ambito della politica, servizi d'informazione politica, servizi di comunicazione politica, servizi personali e sociali resi a terzi da un partito politico, organizzazione di riunioni politiche” così come per "portachiavi, fermacravatta, gagliardetti e spille metallici, bandiere, striscioni, gagliardetti, foulard”. Tutto come per un partito, troppo per una semplice corrente interna alla Lega, sempre più scossa dai venti del Nord.

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