GIUSTIZIA

Pedopornografia, truffe, estorsioni. Aumentano in Piemonte i cyber reati

Adescamenti in rete di minorenni e 92 casi di sextortion. Sottratti alle vittime di frodi finanziarie e commerciali in rete circa 7 milioni di euro. Scoperto un gruppo di matrice nazi-fascista con basi in molti Paesi. Il bilancio 2022 dell'attività svolta dalla Polizia postale

Dalla pedopornografia online ai financial cybercrime e alle minacce eversivo-terroristiche: nel 2022 la polizia postale del Piemonte e Valle d’Aosta ha lavorato nei diversi ambiti per prevenire e contrastare i reati informatici, in uno scenario dove la continua evoluzione tecnologica rende non facile l’opera degli investigatori. È quanto emerge dal resoconto di fine anno delle attività investigative. Per reati contro la persona e il patrimonio nel 2022 sono stati trattati 1.231 casi, per importi sottratti alle vittime di circa 7 milioni di euro; 255 le persone indagate. Nell’ambito delle truffe sul web anche nel corso dell’anno scorso si è registrato un importante incremento degli illeciti legati al fenomeno del trading online: 72 casi in Piemonte e Valle D’Aosta per 20 indagati e 3 arresti. Tra le operazioni di rilievo “Trade Scam” svolta nel mese di dicembre 2022: tre arresti nel Torinese e perquisizioni e sequestri sul territorio nazionale. Undici i casi di revenge porn e due persone denunciate. Per le “truffe sentimentali” sono stati 30 i casi trattati e 4 persone indagate. Dieci gli attacchi informatici gestiti dalla polizia postale e le segnalazioni sono state 1.193.

Nel 2022 sono stati indagati per pedopornografia 68 persone e si sono registrati 5 casi di adescamento online riferiti a minori in età preadolescenziale. Per quanto riguarda il fenomeno sextortion sono stati trattati invece complessivamente 92 casi riferiti a vittime sia minorenni che maggiorenni. Due le inchieste condotte in contrasto alla pedopornografia online: “Meet up” che ha consentito di indagare 26 persone, 3 delle quali arrestate e “Area Pedonale” che ha portato a 12 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, ad esito delle quali sono stati denunciati in stato di libertà 9 utenti per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, mentre altri 3 sono stati tratti in arresto in flagranza di reato.

Le indagini condotte con la Digos di Torino invece hanno portato all’individuazione di un gruppo di matrice nazi-fascista, attestato sulla piattaforma Telegram, sul canale “Brudershaft thule” (“Fratellanza di Thule”) e sul connesso gruppo di discussione “Meine Ehre Heißt Treue” (“Il mio onore si chiama lealtà”), partecipato da militanti stanziati su tutto il territorio nazionale e anche all’estero, in Germania, tutti denunciati per riorganizzazione del disciolto partito fascista e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. All’esito dell’attività di indagine, lo scorso 17 marzo, sono state eseguite 8 perquisizioni a Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi e, previo ordine di indagine europeo, anche nella città di Aalen in Germania nei confronti dell’amministratore del canale. Infine, per i reati di financial cybercrime in Piemonte e Valle D’Aosta si sono registrati 50 indagati.  

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