REGIONE PIEMONTE

Il centrodestra aumenta le poltrone:
nella riforma ecco i sottosegretari

Il Piemonte copia la Lombardia. Il mini assessore partecipa alle riunioni di giunta ma senza diritto di voto. Un modo anche per garantire un posto a qualche trombato eccellente. Approda in Consiglio regionale il testo di modifica di statuto e legge elettorale

C’è chi lo faceva coi pani e i pesci e chi con le poltrone. In un caso erano miracoli, nell’altro giochi di prestigio di un gruppo dirigente che le prova tutte per mantenere gli scranni. E così compare anche l’introduzione dei sottosegretari nella modifica dello statuto della Regione Piemonte discussa mercoledì nella prima riunione della settima commissione. Una figura a mezza via tra l’assessore e il consigliere regionale, che partecipa alle riunioni della giunta ma senza diritto di voto, mutuando il modello lombardo. Con tante cose che si potrebbero copiare dalla prima economia d’Italia difficile immaginare che siano i sottosegretari la carta vincente della Lombardia, eppure per il centrodestra piemontese è da lì che si deve partire.

La proposta di legge è del capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni, a quanto pare studiata assieme al collega della Lega Alberto Preioni, il quale sa bene che con le percentuali a cui è precipitato il suo partito difficilmente riuscirà a rientrare nel parlamentino piemontese. E allora, meglio premunirsi e tenere aperte tutte le strade alternative. Tra i banchi della maggioranza si sarebbe già diffusa un’ipotesi di spartizione: due sottosegretari a FdI, uno a testa per Lega e Forza Italia. Certo, tutto dipenderà dai numeri che otterranno i partiti alle urne e poi dal successo del candidato di centrodestra, ma intanto ci si porta avanti.

La modifica dello statuto viaggia di pari passo con la riforma della legge elettorale che, assieme all’introduzione della doppia preferenza di genere, non più rimandabile per uniformarsi alla normativa nazionale, si porta dietro uno sbarramento al 4% volto a evitare che le liste civiche possano drenare voti preziosi ai due azionisti in disgrazia del centrodestra. Già una ipotetica lista del presidente, qualora si ricandidasse Alberto Cirio, potrebbe superare Forza Italia, figurarsi se oltre a quella ci saranno altre formazioni come Piemonte Bellissimo, il brand già depositato da Paolo Damilano che è pronto a correre al fianco del governatore, o i Moderati se è vero che Mimmo Portas alla fine farà il salto della quaglia abbandonando definitivamente il centrosinistra. Sullo sbarramento, però, il centrosinistra è pronto alle barricate per salvaguardare i tanti partitini e liste alleati: dal Monviso di Mario Giaccone a Sinistra italiana di Marco Grimaldi. Possibile una mediazione attorno al 3%, anche perché su questo provvedimento difficilmente Lega e FdI potranno andare avanti a colpi di maggioranza come fatto in precedenza se non vogliono bloccare per settimane il Consiglio regionale.

Tra le novità della nuova legge elettorale – primo firmatario il leghista Michele Mosca – c’è anche la figura del consigliere supplente che subentra nel momento in cui un eletto venga nominato in giunta. Se poi l’assessore dovesse rassegnare le dimissioni o essere rimosso dal presidente, riprenderebbe il proprio posto in aula a discapito di chi gli era subentrato. Per il momento in aula siamo ancora in una fase di studio. La Settima Commissione, presieduta da Riccardo Lanzo, è durata il tempo di recepire la richiesta delle minoranze di approfondire alcuni aspetti della proposta. La trattativa vera deve ancora incominciare.  

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