SANITÀ

In Piemonte pochi pediatri.
Asti maglia nera nazionale

Tra le dieci province con il più alto rapporto medico-paziente, sei sono piemontesi. Nella provincia astigiana più che raddoppiato il limite imposto dalla norma. Va un po' meglio per i medici di famiglia. Il rapporto di Cittadinanza Attiva sulla situazione nazionale

Un pediatra ogni 1.813 bambini, anziché uno ogni 800 come prevede la normativa, ma anche lontano dalla media nazionale che è di 1.061. È il dato che riguarda l’Asl di Asti e che porta la provincia piemontese al non invidiabile primato nazionale del territorio dove è più lontano dal previsto il rapporto tra il numero di medici e quello dei pazienti. 

La carenza del personale sanitario attanaglia e mette in crisi i Pronto soccorso, ma non si ferma certamente alla frontline degli ospedali. Anzi, come più volte evidenziato tra le immancabili polemiche e diverse visioni della questione, è proprio la debolezza che mostra la medicina del territorio a provocare o, comunque, accentuare il sovraffollamento dei Dea e degli stessi reparti. 

Il dato che porta l’astigiano ad essere la maglia nera per quanto riguarda la copertura dei servizi pediatrici territoriali, non è l’unico a segnare negativamente il Piemonte nel quadro delineato dallo studio realizzato da Cittadinanza Attiva sui “Bisogni di salute nelle aree interne, tra desertificazione sanitaria e Pnrr” nell’ambito del progetto Action for Health and Equity: Addressing Medical Deserts, finanziato dall’Unione europea e basato su dati del ministero della Salute, relativi al 2020. Una datazione a un paio di anni fa che, visto l’accentuarsi della gravità della carenza di personale negli ultimi mesi, può addirittura far risultare quella descritta come meno pesante rispetto alla situazione attuale.

Dal report emerge come in ben 39 provincie, ovvero in più di un terzo del totale, gli squilibri tra i parametri fissati e i dati reali relativi al rapporto tra abitanti e medici, pediatri, di famigli, ma anche per alcune specialità prese in esame come i cardiologi, siano più che evidenti. Dalla black list si salvano solo Biella e il Verbano-Cusio-Ossola. Per il resto, sempre sul fronte della pediatria, è un’egemonia negativa quella del Piemonte. Oltre al primo posto di Asti per eccesso di pazienti a carico di ciascun medico, troviamo al terzo e al quarto rispettivamente Novara (1.370) e Vercelli (1.367), poi al sesto e al settimo Cuneo (1.331) e Torino (1.320), infine al decimo posto della classifica negativa sul rapporto pediatri-bambini si trova Alessandria con 1.236 professionisti ogni minore da zero a 14 anni.

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Appare meno critica rispetto ad altre province del Paese la situazione in Piemonte dei medici di medicina generale. Nelle dieci postazioni negative non ce n’è una piemontese e rispetto ai dati di Bolzano (con un medico di famiglia ogni 1.539 abitanti) e di Milano (uno per 1.392 cittadini), in Piemonte il rapporto più elevato lo si registra a Novara con 1.384, seguita da Biella (1.343), Cuneo (1.339), Asti (1.324), Vercelli (1.273), Alessandria (1.238) e in posizione più virtuosa Torino con un medico di famiglia ogni 1.261 abitanti. 

Dati che per alcuni versi sorprendono, come nel caso di Asti, per quanto riguarda i pediatri, settore che mostra un Piemonte in evidente difficoltà anche rispetto a regioni del Sud, e che per altri non fanno che confermare le ragioni delle difficoltà di una sanità sempre più impoverita di personale. Una situazione che, negli anni successivi alla rilevazione, non può che essere peggiorata.

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