AMBIENTE & POLITICA

Roma invasa dai rifiuti chiede aiuto:
a Torino 3mila tonnellate a settimana

L'Ama scrive alla Regione Piemonte per chiedere di smaltire un po' dell'immondizia che soffoca la Capitale. Tutti ambientalisti con gli inceneritori degli altri e intanto spendono 120 milioni l'anno per far smaltire altrove la loro monnezza

L’ultima richiesta è arrivata in queste ore alla Regione Piemonte: l’Ama – società che raccoglie e smaltisce i rifiuti di Roma – vuole conferire all’inceneritore di Torino 3mila tonnellate di immondizia a settimana. È bastato qualche imballaggio in più dovuto alle festività natalizie per far andare fuori giri il sistema di smaltimento capitolino che durante tutto l’anno già distribuisce la propria monnezza negli impianti di mezza Italia. Ragioni di “urgenza e indifferibilità” sono alla base dell’ennesima richiesta giunta dalla Capitale con una lettera firmata dal direttore generale di Ama Andrea Bossola, che imputa alla “condizione di temporanea criticità”  alla “mancata ripartenza” dell’impianto “Malagrotta 2”, andato a fuoco lo scorso mese di giugno. Non ieri, lo scorso giugno.

Per lavori di manutenzione sulla linea, Trm – la società che gestisce l’impianto del Gerbido – ha già fatto sapere di non poter acquisire più di 100 tonnellate al giorno, per le altre la società dei rifiuti capitolina dovrà rivolgersi altrove, mentre per le strade i sacchi continuano ad ammucchiarsi in cumuli maleodoranti. È questa ormai la routine di una città che rinuncia all’inceneritore ma spende più di 120 milioni ogni anno per far smaltire ad altri la propria immondizia. Una cifra monstre, pari al bilancio complessivo di una città come Asti, di cui beneficiano società come A2a, Hera e in parte minore anche Iren che gestisce tra gli altri proprio il termovalorizzatore di Torino. Nel 2022 Iren ha smaltito circa 7mila tonnellate di rifiuti provenienti da Roma che paga 200 euro a tonnellata per il conferimento (più 50 di trasporto). Ma è una inezia se paragonata a quelli spediti negli impianti delle altre multiutility. Non solo: i cittadini romani pagano questo servizio il doppio di quelli di Torino e del resto del Piemonte per i quali il prezzo concordato dall’Ato-R è di 116 euro a tonnellata. L’emergenza resta, qualcuno ci fa su un bel gruzzoletto e a Roma ancora c’è chi si rifiuta di costruire un impianto di smaltimento.  

E visto che uno degli argomenti preferiti di chi si oppone agli inceneritori è che questi impianti disincentiverebbero la raccolta differenziata i numeri forniti oggi dall’assessore all’Ambiente del Piemonte Matteo Marnati smentiscono anche questa leggenda. Nel 2021, infatti, la regione ha superato l’obiettivo di differenziata del 65% e ha confermato la tendenza alla diminuzione dei rifiuti indifferenziati, calati dell’1,5%. La differenziata è salita infatti al 65,9% dal 64,5% dell’anno precedente, e ogni cittadino ha totalizzato circa 330 kg di rifiuti differenziati, contro i 310 del 2020. “I dati – afferma Marnati – dimostrano che il lavoro che stiamo svolgendo insieme ai consorzi sta portando risultati sempre migliori”. Nel 2021 i piemontesi hanno raccolto pro capite 70 chili di carta, 65 di organico, 42 di vetro, 33 di sfalci, e 33 di plastica. L’obiettivo del 65% di differenziata, previsto dalla normativa nazionale e dal piano regionale dei rifiuti, è superato da tutte le province tranne Alessandria e la Città Metropolitana di Torino, che arrivano rispettivamente al 62,5% e al 61,3%. I Comuni che hanno centrato l’obiettivo salgono da 637 a 679. Fra i capoluoghi il primato spetta a Verbania (con il 78,85%), seguita da Biella (78,07%), Novara (73,73%), Vercelli (73,29%), Cuneo (69,11%), Asti (67,24%). Chiudono la classifica Torino con 53,34% e Alessandria (46,84%).

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