PENNE ALL'ARRABBIATA

"Tutti in vendita" a Stampubblica

Non svegliate Elkann che dorme. Voci sull'operazione spezzatino di Gedi: cessione prima delle testate locali del Nordest, poi toccherà ai due bocconi più grossi. Domani sciopero in tutto il gruppo. L'ad Scanavino: "L'azienda è pronta a valutare offerte"

Addio Stampubblica? John Elkann sarebbe pronto a disfarsi delle due ammiraglie del gruppo editoriale, Repubblica e Stampa: una vendita che passerebbe prima per la cessione dei quotidiani locali del Nordest (Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo e la Gazzetta di Mantova). Per domani è stato indetto uno sciopero dei lavoratori – giornalisti, grafici e amministrativi – di tutte le testate del gruppo Gedi, sia cartacee che online. È quanto apprende l’Adnkronos dopo l’allarme lanciato dal Coordinamento dei Comitati di Redazione del gruppo sulle notizie di trattative con gruppi interessati all’acquisizione degli storici giornali. Un principio che, secondo il coordinamento dei Cdr del Gruppo, può essere esteso alla Stampa, a Repubblica e alle altre testate di Gedi.

“Siamo tutti in vendita”, l’allarme lanciato dopo una riunione con i vertici del Gruppo dal Coordinamento dei Cdr. «A distanza di soli due mesi da quando l’amministratore delegato del Gruppo Gedi, Maurizio Scanavino, aveva sottolineato come l’assetto dei giornali del gruppo, dai locali ai nazionali, rappresentasse il “perimetro di riferimento dell’azienda”, è stato comunicato che si valutano proposte di vendita di singole testate o gruppi di esse. L’amministratore delegato, negando vi siano trattative formali in corso, ha ammesso che l’azienda è pronta però “a valutare offerte in base a quanto e chi”. E il principio può essere esteso anche a La Stampa, la Repubblica, Il Secolo XIX, la Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, le radio, sulla cui possibile vendita l’amministratore delegato non si è espresso: “Mi rifiuto di parlare di perimetro”. Il perimetro non esiste più, di fatto – sottolinea il Coordinamento dei Comitati di Redazione del Gruppo Gedi –. Questo repentino cambio di strategia da dicembre a febbraio è stato imputato ai dati di chiusura di bilancio. L’azienda ha affermato di voler proseguire nel percorso di potenziamento dell’informazione digitale e dei contenuti di intrattenimento, avviato negli ultimi anni con tutte le testate: ma è lecito domandarsi, fino a quando? La logica del vantaggio economico si è rapidamente sostituita a quella dell’interesse per i territori – spiega ancora – il presidio informativo di questi, il valore sociale dell’informazione per la quale tutti i giornalisti lavorano quotidianamente anche affrontando da tempo sfide e incognite di una non facile transizione digitale Non possiamo accettare che tutto l’impegno profuso in questi anni di lavoro sia oggi messo sul mercato con tanta leggerezza - si legge ancora nella nota - Stupisce e ferisce che la storia delle testate e il loro rapporto con la cronaca, la gente, le imprese sia interessante solo fino a quando non arriva l’offerta giusta per venderlo. Per questa ragione tutte le testate del gruppo, già in stato di agitazione, annunciano iniziative di protesta».

Sono noti gli abboccamenti in passato tra Elkann e Danilo Iervolino, il fondatore dell’università telematica Pegaso (poi venduta a un fondo d’investimento americano) e patron della Salernitana, a cui hanno già sbolognato L’Espresso. Ma non sarebbe l’unico imprenditore ad essere interessato ai fogli di casa Agnelli-Elkann.

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