TERZO POLO

Azione-Iv partito unico, Renzi: "Pronti, ma facciamolo bene"

Il leader di Italia Viva riunisce i suoi e dà il via libera alla fusione, con un bel po' di paletti. Resta alta la tensione con Calenda che vuole accelerare. Il senatore di Rignano: "Non sia un soggetto calato dall'alto". Ruffino (Azione): "Leadership contendibile"

“Noi siamo pronti a fare il partito unico anche in tempi stretti, se si predilige la strada dell'accelerazione. L'importante è che sia un progetto culturalmente aperto, serio e rigoroso e il percorso sia un percorso partecipato, democratico, che comincia dal basso, dai territori. Per noi il quando non è un problema: si può fare anche nel giro di qualche mese, ma va fatto bene”. Matteo Renzi sceglie ancora una volta la sua e-news per negare “un divorzio con Carlo Calenda, che non esiste”, ma anche per piantare paletti ben saldi per le fondamenta della nuova formazione politica per la quale il leader di Azione sta spingendo con sempre più forza. 

Il già segretario del Pd, sempre con un occhio rivolto all’esito del congresso del suo ex partito, ieri sera ha riunito i parlamentari europei e italiani, i consiglieri regionali e i dirigenti di Italia Viva per discutere della proposta di costituire un partito unico e dopo oltre venti interventi, la riunione si è conclusa con il via libera all’accelerazione, alle condizioni ribadite dallo stesso Renzi che ha aggiunto come il partito unico “non deve essere imposto dall'alto ma condiviso anche da chi è in prima linea sul territorio. Quello che è certo – ha sottolineato – è che la costruzione della casa dei riformisti deve portarci ad avere un grande risultato alle Europee del 2024. Perché serve a Renew Europe, ma soprattutto perché serve all'Italia e serve all'Europa”.

L’obiettivo, dunque, è fissato ma ciò non toglie la tensione che da giorni segna il rapporto tra i due leader dopo il flop delle regionali di Lazio e Lombardia a cui il leader di Azione ha reagito chiedendo un'accelerazione sulla formazione del nuovo soggetto politico. “Con Renzi abbiamo due idee diverse. Io sono per il partito unico subito, Renzi più tardi. Lui dice dopo le europee, ma per me non ci arriviamo alle europee. Va fatto subito. Ma c'è un confronto che è pubblico” sosteneva Calenda, subito smentito dal diretto interessato: “Il partito unico lo facciamo? Sì, ma la questione è il quando e soprattutto il come. La tempistica è l'ultimo dei problemi, il problema è come lo facciamo questo partito. Ma sicuramente lo facciamo”. 

Il nodo sul 'come' è stato rilanciato oggi anche da una nota di Iv dopo le parole di Calenda in tv. Ambienti di Italia Viva spiegano che il “come” si riferisce non a una questione politica ma procedurale, organizzativa dal regolamento dei congressi allo Statuto. Le stesse fonti ribadiscono che “come ha sempre detto Renzi il partito unico è il nostro destino e la nostra destinazione. E non abbiamo cambiato idea. Ma, un partito si fa con un processo politico, non con i tweet o i talk show: siamo pronti a confrontarci e lavorare con entusiasmo”. Dal canto sui l’ex ministro rintuzza: “Il percorso verso il partito unico è stato promesso agli elettori e discusso molte volte nel comitato politico: scrittura del manifesto, apertura alla sottoscrizione di cittadini e associazioni, costituente con voto degli iscritti per elezione organi dirigenti e leadership. Su questo siamo tutti d’accordo”.

Tra tensioni e apparenti distensioni il percorso verso la fusione è ancora tutto da scoprire. Intanto dal fronte calendiano la parlamentare torinese Daniela Ruffino avverte: “Il partito unico in cui far confluire quello che finora abbiamo chiamato Terzo Polo è una gamba preziosa per dare stabilità al tavolo della politica italiana. Deve nascere il prima possibile, ma nascere bene, che significa prendere slancio dagli iscritti di Azione e Italia Viva oltre che dalle associazioni politiche e culturali, da circoli e da forze non presenti in Parlamento ma radicate anche solo su singoli territori. Con una premessa: dobbiamo essere orgogliosamente partito, una parola che ha una grande nobiltà nella storia repubblicana, in Italia e in Europa”. Per Ruffino è, inoltre “importante la contendibilità della leadership. Questo significa che il partito non sarà di Renzi e di Calenda ma prima di tutto degli iscritti, dei militanti e degli eletti che sceglieranno liberamente la guida politica. La stagione dei partiti ad personam ha dato quel che poteva e lasciato molte scorie”.

print_icon