FINANZA & POTERI

In Cariplo (forse) si riaprono i giochi, ma in Cdp porte chiuse per Profumo

Tutto fatto su Azzone? Manco per idea. Crescono i dubbi e salgono le quotazioni di Resta. Ma nella sfida tra ex rettori il professore torinese non gode. Gorno Tempini non sloggia e così sfuma il sogno di trasferirsi in via Goito. Ma ha già un piano B

Tra i due litiganti il terzo non gode. Una cosa è certa: nella sfida che vede correre i due ex rettori del Politecnico di Milano per il vertice di Cariplo, al loro collega di Torino non resta altro che assistere da spettatore, piuttosto disinteressato, consapevole che in ogni caso, chiunque prevarrà non potrà giovare ai suoi piani. È noto come da tempo Francesco Profumo coltivasse il sogno di ooccupare la poltrona di presidente di Cassa depositi e prestiti, una delle poche che mancano al ricco palmares dell’ex numero uno di Polito che dopo aver lasciato nel 2011 le aule di corso Duca degli Abruzzi ha intrapreso una folgorante carriera nelle istituzioni: ministro dell’Istruzione nel governo Monti, presidente del Cnr, presidente di Iren, fino all’attuale incarico in Compagnia di San Paolo, carica che dovrà lasciare il prossimo anno. Da qui le sue mire sulla ricca cassaforte di Cdp, in cui le fondazioni bancarie (di cui Profumo è massimo rappresentante in Acri) esprimono il presidente.

A mettere una pietra, forse tombale, sulle sue ambizioni sono proprio i giochi in corso nella fondazione milanese che, a dispetto di quanto i giornali ieri riportavano, sarebbero tutt’altro che chiusi. Il candidato di Giuseppe Guzzetti, il patriarca della finanza bianca e ancora dominus del sistema di potere meneghino, Giovanni Azzone, è sì in vantaggio ma tra i 28 consiglieri che a fine aprile indicheranno il successore di Giovanni Fosti a Palazzo Melzi si sarebbe aperto nelle ultime ore più di un ripensamento, al punto che lo scarto con il principale antagonista, Ferruccio Resta, anche lui ex Magnifico di Polimi, sarebbe di due-tre voti. Su Azzone pesano alcuni inciampi. Indicato da Guzzetti come presidente della Fondazione di Comunità di Milano nel 2018, non portò tuttavia a termine il mandato e si dimise anzitempo, a dicembre 2020, nel pieno dell’emergenza pandemica, a seguito di alcune polemiche nell’erogazione dei fondi per la realizzazione dell’ospedale in Fiera e del conseguente dibattito sorto all’interno degli organi della fondazione. Dalla fine del 2020 è subentrato alla guida della Fondazione il suo vice, Carlo Marchetti, tutt’ora al vertice. Azzone è stato inoltre indicato dal Comune di Milano quale presidente Arexpo, la società pubblica proprietaria dei terreni che ospitarono Expo 2015 a Milano, su cui oggi è in via di realizzazione il più grande polo tecnologico-scientifico italiano. Anche in questo caso si è dimesso prima della fine del mandato e non è stato rinnovato: asseritamente “dopo aver assunto nuovi incarichi professionali”, in verità a causa dei risultati della sua gestione, ritenuti dagli stakeholder insoddisfacenti, con particolare riferimento ai tempi troppo lunghi di rilancio dell’area. Inoltre, sia il sindaco Beppe Sala sia il governatore Attilio Fontana non fanno mistero di preferire Resta. A Milano si racconta di una sfuriata di Palazzo Marino al povero Fosti, colpevole di aver tirato la volata al professore sbagliato. Chissà.

Comunque vada, dicevamo, per il buon Profumo le porte di Cdp rischiano di rimanere chiuse, giacché la principale speranza per approdare in via Goito era quella che l’attuale inquilino, Giovanni Gorno Tempini, sloggiasse anzitempo proprio per trasferirsi in via Manin. E così, fino a qualche settimana fa, sembrava dovesse andare. Insomma, entrato papa in conclave Cariplo Gorno ne è uscito semplice cardinale. Procurando  un gran dispiacere a Profumo che, a questo punto, dovrà rassegnarsi all’idea di cambiare i piani. Si godrà quest’ultimo anno in corso Vittorio Emanuele, per la prima volta senza una prospettiva futura? Chi lo conosce è certo che abbia già messo nel mirino una valida alternativa, “è un giocatore troppo abile”, non rimarrà con le carte in mano.

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