CARTA PESTA

Da Berlusconi al Berluschino? Cairo "tentato" dal Giornale

Dopo aver stoppato la vendita agli Angelucci il Cav potrebbe cedere la proprietà del quotidiano di casa al suo ex assistente. L'editore piemontese (per caso) ammette: "Ci stiamo guardando intorno. Dobbiamo essere attivi, a star fermo mi annoio"

Segno del destino? Chissà. Una cosa è certa, tanta acqua è passata sotto i ponti da quando l’allora giovane assistente del Dottore muoveva i primi passi nel mondo degli affari e dell’editoria. Da quando si è messo in proprio Urbano Cairo ha dimostrato un talento innegabile e un altrettanto fiuto degli affari che persino nel nomignolo affibbiatogli – “Berluschino” – lo consegna come il miglior epigono del Cavaliere. Nell’attesa di vedere se e quando anche l’imprenditore “piemontese per caso” ma bauscia nel midollo seguirà il suo (primo) maestro scendendo in politica – è stato tentato almeno un paio di volte, salvo ripensarci prontamente – potrebbe essere lui a rilevare il gioiello di carta della famiglia Berlusconi. Per quanto malconcio sul piano finanziario e insidiato dall’agguerrita concorrenza dei cugini (Libero e La Verità), Il Giornale resta pur sempre un quotidiano con un suo mercato e, soprattutto, utile per dialogare con la nuova razza padrona.

È lo stesso Cairo ad ammettere che Rcs sta valutando potenziali acquisizioni: “Ci stiamo guardando in giro per cose possibili. Tutto quello che è nel nostro mondo, editoria e comunicazione, ci interessa. Dobbiamo essere attivi e dopo sette anni che ho comprato Rcs ne ho bisogno, altrimenti mi annoio”. Il patron di Corsera e La7, a margine dell’annuncio del rinnovo triennale della sponsorizzazione di Banca Mediolanum sulla Maglia Azzurra del Giro d’Italia, ricorda come Rcs recentemente abbia chiuso l’operazione con Blackstone sull’immobile di via Solferino: “Ci è costato 60 milioni, ma era giusto farlo e ricomprare la nostra casa. A questo punto il nostro debito è contenuto, poco meno dell’investimento sull’immobile”. Chiusa l’annosa vertenza e con i conti a posto perché non pensare allo storico Giornale che fu di Indro Montanelli? Silvio Berlusconi, dopo aver bloccato la cessione agli Angelucci – proprio per il timore di perdere una voce nel centrodestra a vantaggio di sovranisti e leghisti –, troverebbe nel Berluschino ampie rassicurazioni. Sarà così?

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