RETROSCENA

Fondi europei e "nodo" Cirio, Piemonte nell'agenda di Meloni

La premier presto in Regione per annunciare l'intesa sull'assegnazione delle nuove risorse. Una missione preparata in gran segreto da Fitto. Prima di incontrare il ministro il governatore ha pranzato con Crosetto. Si avvicina lo showdown, ma FdI rallenta

C’è un’azione diplomatica, non parallela semmai meno evidente ma non poco sostanziale, che Alberto Cirio sta conducendo su due binari con il Governo di Giorgia Meloni e con le figure a lei più vicine. Corre sul binario istituzionale dell’erogazione e la ripartizione dei fondi europei per i quali il Piemonte potrebbe essere in cima all’agenda di un tour che la presidente del Consiglio dovrebbe fare nel Paese. Ma viaggia, non certo a velocità inferiore, anche sul binario più politico e che riguarda nello specifico il futuro dello stesso governatore con ancora davanti a sé il bivio che può riportarlo in Europa con un ruolo di peso, oppure ricondurlo a un secondo mandato alla guida della Regione. 

Un duplice percorso che ha portato nelle scorse ore il governatore a incontrare il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, e a pranzare, nello stesso giorno, con l’amico di lunga data nonché ministro della Difesa, ma soprattutto ascoltato consigliere della premier, Guido Crosetto. Con Fitto, come noto, è stata affrontata la questione dei fondi, in particolare quelli per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, su cui grava la resistenza di alcuni governatori del Sud, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano soprattutto, che lamentano di una sorta di discriminazione del Sud nei criteri di ripartizione. Anche per questa ragione e per evitare l’ennesimo attacco da parte dei due presidenti del Pd, il Governo, cui non sfugge il peso politico dell’operazione che vale circa 40 miliardi di euro, ha deciso di siglare accordi specifici con le singole Regioni, sulla scorta del modello attuato da Mario Draghi con alcune amministrazioni locali, come nel caso del Patto per Torino.

“Un incontro costruttivo e collaborativo nel quale è stata ribadita la volontà mia e del Governo di intraprendere un percorso condiviso con le Regioni nell’utilizzo delle risorse europee e nazionali, al fine di realizzare misure e interventi in grado di garantire realmente la crescita, lo sviluppo e la competitività dei territori”, ha spiegato Fitto. “Il Piemonte è considerato una regione virtuosa nella gestione dei fondi europei e pertanto sarà tra le prime, entro l'estate, a sottoscrivere con il governo l'intesa per l'assegnazione delle nuove risorse”, conferma Cirio. E in effetti proprio Torino, con molta probabilità, sarà la prima tappa del tour della Meloni, accompagnata proprio dal ministro pugliese per concordare l’assegnazione dei fondi. Diverse le motivi di questa scelta di Palazzo Chigi. 

Cirio, naturalmente, rivendica la virtuosità del Piemonte all’origine di questa prima posizione nell’agenda, ma non può sfuggire un altro elemento non meno, anzi forse più significativo. Il Piemonte è la prima Regione chiamata alle urne, nella primavera del 2024, e quando si tratta di erogare risorse la politica, di qualsiasi colore, non tralascia nulla, tantomeno la ricaduta che ciò può avere proprio sul voto. Voto che ancora non è chiaro se vedrà o meno ricandidato l’attuale governatore. La decisione di Cirio è chiaramente condizionata dalle volontà della Meloni, stretta tra l’esigenza di evitare scossoni azzardati e dare continuità alle giunte di centrodestra e quella di cogliere il momento propizio per piantare la prima bandierina della fiamma al Nord. Ed è probabile che proprio la sua visita possa essere l’occasione se non per sciogliere, almeno di affrontare “nodo Cirio”.

Nel frattempo va notato come il partito della Meloni in terra piemontese abbia abbassato la fregola sul destino dell’attuale presidente della Regione, quasi dando l’impressione di non avere grande fretta (contrariaramente a qualche settimana fa) di definire la questione. Un cambio di passo su cui non possono non avere inciso le difficoltà o, perlomeno, le ammaccature registrate negli ultimi tempi da due figure di spicco di Fratelli d’Italia in Piemonte. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sparito dagli schermi dopo la vicenda legata all’anarchico Alfredo Cospito, ma non di meno l’ex sottosegretaria al Mur Augusta Montaruli dimessasi dall’incarico dopo la condanna per la Rimborsopoli, hanno fiaccato due rampanti esponenti di FdI che proprio sul prossimo quinquennio della Regione hanno deciso di investire per allargare le rispettive aree di influenza. Spingere più avanti la questione della ricandidatura di Cirio per allontanare gli episodi che li hanno visti coinvolti: perdere tempo per prendere tempo.

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