SANITÀ & POLITICA

Sanità Vercelli: "Problemi, no allarmismo"

La direttrice dell'Asl Colombo replica al duro attacco delle organizzazioni sindacali, ma non nega la presenza di molte criticità: "Il quadro tracciato non corrisponde alla realtà e i toni sono eccessivi". Il nodo delle assunzioni del personale sanitario

“I problemi ci sono, nessuno lo nega, tantomeno io. Però il quadro della sanità vercellese tracciato dai sindacati non corrisponde alla realtà e gli stessi toni allarmistici, posso comprenderli considerando il ruolo delle rappresentanze, ma sono eccessivi”. Eva Colombo, direttore generale dell’Asl di Vercelli dal giugno del 2021, replica “senza polemiche” alla denuncia dei sindacati che, elencando una seri di carenze e ritardi, ha parlato senza di giri di parole di una “sanità vercellese al collasso”. Definizione che la manager respinge, elencando una seri di misure, incominciando proprio dall’aumento dell’organico, già in essere. Ma ancor prima, Colombo respinge l’accusa di ritardi: Il piano dei fabbisogni del personale, atto programmatorio con valenza triennale, non è stato trasmesso in ritardo. Alle organizzazioni sindacali è stato inviato il 3 febbraio, in modo che potessero fare le loro osservazioni, che peraltro non sono mai arrivate”. 

Sempre sul piano di fabbisogni, il direttore generale non nega che “evidenzia una carenza notevole di personale, ma questo è ovvio perché sono già state conteggiate le esigenze per le case di comunità previste dal Pnrr”. Sulla scarsità di personale sanitarie, “le valutazioni che i sindacati fanno sono relative alle quote massime, quelle ottimali che in ogni piano vengono indicate, ma mai vengono raggiunte. Restando sul personale, noi nel 2019 avevamo 712 infermieri, adesso ne abbiamo 722 e ne stiamo assumendo nel giro di un paio di mesi altri 28. Per quanto riguarda gli Oss nel 2019 ne avevamo 293 e con le assunzioni che completiamo in questi giorni saliamo a 365”. I medici, ammette Colombo, “sono davvero un grosso problema. Ne avevamo prima della pandemia 314, oggi sono 284. Quelli che mancano vengono sostituiti dalle cooperative cui io non mi rivolgerei di certo se non fossi costretta. Abbiamo fatto bandi per 30 posizioni di medici, ma abbiamo enormi difficolta a reclutare. L’offerta è talmente vasta che molti alla fine scelgono altre sedi più comode e le graduatorie non portano a quello auspicato e necessario”. Senza alimentare la polemica con i sindacati, il vertice dell’Asl legge la loro presa di posizione come “una preoccupazione che, tuttavia, non deve portare ad allarmare i cittadini sui servizi sanitari, tantomeno far passare un messaggio come quello che descrive l’Asl che rifiuta di assumere personale, profondamente sbagliato e assolutamente non vero”.