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Iren: investimenti record, utile in calo

Presentati i conti del 2022. Aumentano i ricavi anche a causa dell'incremento dei costi dell'energia ma si riducono i margini. Le acquisizioni in Toscana contribuiscono alla buona performance del settore Ambiente. Per Torino dividendo di 20 milioni

Crescono ricavi e investimenti, utili in contrazione anche per effetto dei costi dell'energia. Iren ha presentato questa mattina i conti riferiti all'anno appena trascorso, caratterizzato da investimenti record pari a 1,5 miliardi di euro, in crescita del 56% rispetto al 2021, destinati allo sviluppo impiantistico rinnovabile e agli impianti di trattamento rifiuti, alla resilienza delle reti di distribuzione e all’efficientamento energetico degli edifici. Il bilancio, approvato dal consiglio di amministrazione, si chiude con un utile netto di 226 milioni (in contrazione del 25% rispetto ai 303 milioni dello scorso anno). Pesano i maggiori oneri finanziari su derivati per 21 milioni e l’impatto negativo del Contributo di solidarietà imposto dal Governo Draghi per circa 27 milioni. L’ebitda ordinario è in crescita del 6,4% e la proposta di dividendo, in linea con il piano industriale, è pari a 0,11 euro per azione (+10%). Il debito netto cresce di 440 milioni di euro, meno di quanto previsto “grazie all’ottima gestione del capitale circolante netto”. Il consolidamento di Sei Toscana (a partire dal 1° luglio 2022) e le nuove assunzioni, con il conseguente ingresso nel Gruppo di 1.530 persone, portano ad oltre 10.580 il numero complessivo dei dipendenti della multiservizi.

I ricavi consolidati al 31 dicembre 2022 si attestano a 7,86 miliardi di euro in aumento del 58,7% rispetto all’esercizio 2021. I principali fattori di incremento sono riferibili ai maggiori ricavi energetici, influenzati per oltre 2,4 miliardi di euro dall’incremento dei prezzi delle commodities parzialmente assorbiti dall’effetto climatico (-88 milioni circa). “I risultati evidenziano come, anche in un anno particolarmente complesso, Iren abbia dimostrato solidità finanziaria e visione industriale, agendo con grande capacità di resilienza e con forte senso di vicinanza ai territori in cui opera e ai loro cittadini. Il difficile contesto geopolitico che ha caratterizzato il 2022 e generato forte criticità nel settore energetico e dei servizi è stato affrontato con responsabilità ed attenzione ai clienti e agli azionisti” spiega il presidente Luca Dal Fabbro. "L'anno appena concluso ha confermato la validità della strada intrapresa con il precedente piano industriale che ha consentito la realizzazione di investimenti record pari a 1,5 miliardi di euro, +56% rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2020 e il raggiungimento di un Ebitda ordinario in crescita del 6,4% rispetto al precedente anno. Nonostante il forte incremento degli investimenti siamo riusciti a mantenere un profilo di indebitamento sotto le previsioni, grazie alla cessione del magazzino gas e all’ottima gestione del capitale circolante netto commerciale” sottolinea l'ad Gianni Vittorio Armani.

Il perfezionamento dell’acquisizione di Sei Toscana è stata l’operazione più significativa nel campo del mergers and acquisitions dello scorso anno. Si tratta di una società operante nel ciclo integrato dei rifiuti nelle intere provincie di Arezzo, Grosseto, Siena e in 5 comuni della provincia di Livorno. È anche merito di questa acquisizione l’ottima performance del settore Ambiente dove i ricavi di Iren sono stati 1.089,3 milioni di euro, in aumento del 18,9% rispetto ai 916,1 milioni di euro dell’esercizio 2021. L’incremento è attribuibile per oltre 100 milioni alla variazione di perimetro connessa al consolidamento di Sei Toscana.

In sofferenza, invece, il settore mercato in cui Iren pur osservando un forte aumento dei ricavi (+75,7%), raggiungendo la cifra di 5.395,6 milioni di euro, a causa del forte incremento dei prezzi sia del gas che dell’energia elettrica, osserva la netta contrazione del margine operativo lordo che si attesta a 13,9 milioni (-86,7%). Crescono, infine, i dividendi per i soci. Al Comune di Torino Iren staccherà una cedola di 20 milioni di euro, 27 milioni per Genova, 9 per Reggio Emilia e 4,5 per Parma.

Iren aggiorna, inoltre, il piano industriale al 2030 che prevede un ulteriore rafforzamento degli investimenti, pari 10,5 miliardi nei prossimi 8 anni (+200 milioni rispetto al piano 2021-30), e un'accelerazione nella transizione energetica con il raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile a fine piano, anche attraverso la realizzazione di 400 MW di comunità energetiche. A fine piano, l’ebitda è previsto a 1,87 miliardi (+800 mln rispetto al 2022), con una crescita media annua del 7% grazie a crescita organica, consolidamento e sinergie, l'utile netto a circa 460 milioni (+235 milioni sul 2022). Iren conferma la dividend policy fino al 2025 e a seguire un pay-out ratio del 50-60%. Il rapporto posizione finanziaria netta/ebitda è fissato a 2,7 al 2030. Previsto l’ingresso nel gruppo di 3.200 lavoratori. “Oggi, non solo confermiamo i pilastri strategici del piano, ovvero transizione ecologica, territorialità e qualità del servizio, ma siamo in grado di rafforzarli grazie ad un nuovo piano di investimenti di 10,5 miliardi al 2030”, ha commentato Armani. “Le comunità energetiche, l’eolico offshore ed un’ulteriore spinta all’espansione territoriale dei servizi in concessione per aiutare a superare il gap infrastrutturale del Paese sono i tratti distintivi di questo aggiornamento di piano, che si traduce nel raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile gestita e una crescita dell’ebitda a 1,9 miliardi al 2030 prestando al contempo la massima attenzione al mantenimento del giudizio investment grade da parte delle agenzie di rating. Inoltre, abbiamo a disposizione un basket di 1,5 miliardi di ulteriori investimenti già individuati in ambito servizio idrico e ambiente nel sud Italia, da attivare con partner finanziari. Allo stesso tempo, verrà valorizzato al massimo il capitale umano grazie anche all'assunzione di circa 3.200 nuovi lavoratori che entreranno nel perimetro del gruppo”.

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