SCIUR PADRUN

Unione industriale senza industria, Boglione punta alla presidenza

Mister Robe di Kappa è in piena campagna elettorale. Dopo essere diventato socio di Marsiaj non gli dispiacerebbe succedergli in via Fanti. Finisce la lunga stagione dei padroni delle ferriere è l'ora degli imprenditori che la fabbrica non l'hanno mai vista

C’è un’aria frizzantina in via Fanti e non è solo per l’incipiente primavera. È iniziato per Giorgio Marsiaj l’ultimo giro di giostra al vertice dell’Unione industriale di Torino, in passato il sancta santorum del gotha imprenditoriale della città, un blasone un po' decaduto dopo l'uscita della Fiat e della sua corte. C’è aria di rinnovamento, non foss’altro per l’esigenza di svecchiare il vertice, attualmente occupato da un giovinotto di quasi 76 anni (li compirà il prossimo 17 maggio). E se a quanto pare non c’è proprio la fila di pretendenti (quelli che l’azienda ce l’hanno, specie se di piccole-medie dimensioni, di solito preferiscono spendere il loro tempo a cercare di incrementare il fatturato), sedersi sulla poltrona di una delle organizzazioni più importanti di Confindustria assicura pur sempre visibilità e credito sociale. In più, con i suoi circa 180 tra dipendenti e consulenti che offrono servizi a duemila imprese (il 40 percento delle 5.500 iscritte in tutto il Piemonte), l’Unione è una ditta, per quanto atipica, che necessita di cure e dedizione.

Tra i papabili viene segnalato in crescente agitazione Marco Boglione, mister Robe di Kappa, classe 1956, a capo di BasicNet, casual company con una lunga serie di marchi e brand (K-Way, Jesus Jeans, Superga, Briko, Sebago) accumulati negli anni come fossero figurine e con straordinaria abilità di marketing valorizzati senza quasi produrre in proprio un capo. Uno che si crede una sorta di Steve Jobs della t-shirt, affabulatore e fuffologo nella giusta misura per piacere  all’understatement sabaudo. Nel sua collezione oltre ad alcuni modelli storici di computer Apple, vi è pure la Sabelt, l’azienda che fa capo a Marsiaj, per quanto riguarda il suo ramo moda. Insomma, sarebbe un passaggio di testimone tra soci e una sorta di investitura visto che da qualche mese Marsiaj è uno dei nove vice. I segnali non mancano, i rumors nemmeno.

Non è passata inosservata, infatti, la recente assiduità di Boglione alla vita di via Fanti. L’ultima occasione, una decina di giorni fa, è stata la riunione di uno dei club dei dirigenti d'impresa dell’Unione industriale, in cui nei panni della guest star è stata invitata Alessandra Cimadom, direttore generale del Comune di Torino, anche lei appartenente a una famiglia che con alterne fortune si è dedicata all’impresa. In quella sede ha stupito l’intervento di Boglione che, secondo alcuni addirittura infrangendo le regole dell’ospitalità, ha squadernato un cahier de doléances sulle magagne di Torino e della sua amministrazione, mettendo in serio imbarazzo la relatrice. Un intervento che confermerebbe la sua intenzione di scendere in campo, dopo i tanti rifiuti pronunciati. Com’è noto, Boglione è stato candidato quasi a tutto negli ultimi vent’anni. La sua amicizia con Enzo Ghigo e Roberto Cota ha fatto sì che spesso il suo nome circolasse alla vigilia delle elezioni come possibile alfiere del centrodestra al Comune e in Regione. Intanto può contare su una ribalta pubblica di cui è molto orgoglioso: quella della Fondazione Cavour, poltrona ereditata da Nerio Nesi, che gli consente di premiare con gli occhialini d’oro del celebre statista piemontese illustri personaggi della politica e delle istituzioni. Che blagueur!

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