In Francia divampa la protesta,
le nostre piazze sono vuote

Nel periodo 1990-2020 la variazione dei salari medi nei Paesi Ocse è stata generalmente segnata da un segno positivo (in Irlanda ad esempio le retribuzioni sono salite dell’85,5%) ma questo non è avvenuto in Italia: infatti, all’interno dei nostri confini nazionali le buste paga si sono impoverite del 2,9%.

Il dato italiano, se approfondito, fornisce altri elementi preoccupanti che disegnano un quadro della società piuttosto agghiacciante. Un lavoratore su tre, infatti, non arriva a percepire dodicimila euro all’anno e i contratti a tempo indeterminato, a cui sovente corrispondono paghe più o meno dignitose, sono quasi spariti.  All’esercito di disoccupati si affianca ora quello dei sottopagati: schiere di donne e uomini messi in condizioni al limite della sopravvivenza, poiché sfruttati, e al contempo attanagliati dalle bollette.

I costi delle utenze rappresentano un’altra dolorosa spina nel fianco dei lavoratori e di chi è in attesa di occupazione. Purtroppo, anche la voce “caro bollette” segna l’ennesimo record negativo del nostro Paese, e gli aumenti sconsiderati dell’ultimo anno lo dimostrano senza ombra di dubbio. La speculazione non ha avuto pietà per gli abitanti della penisola italica, i quali, negli scorsi mesi, hanno pure visto sparire alcune materie prime per poi vederle ritornare a prezzi insostenibili.

Carta, acqua minerale, farmaci e prodotti alimentari hanno subìto prima una sorta di razionamento e poi rialzi inauditi dei prezzi, che hanno raggiunto anche punte del 50%, con una media in genere di almeno il 25%. Poca cosa se paragonata alle fatture di luce e gas, oramai diventate letteralmente un incubo per tutti, soprattutto per coloro che fino all’inizio dell’anno scorso arrivavano a fine mese avanzando qualche spicciolo di stipendio o di pensione. Oggi costoro sono al punto di vendere i loro beni per poter vivere, per poter mangiare stando al caldo d’inverno.

Gli aumenti legati al teleriscaldamento hanno sfiorato il 300% e quelli energetici sono almeno raddoppiati. Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha avuto altresì un’idea geniale riguardante il servizio di maggior tutela: autorizzare (con Delibera 463/2022) l’emissione di bollette mensili, anziché bimestrali come da consolidata tradizione, cosicché quanto si pagava ogni 60 giorni adesso lo si paga ogni 30. Forse, in questo modo, si è pensato di addolcire la pillola al cliente, ma alla maggior parte dei cittadini è sembrata una vergognosa presa in giro. Il pasticcio fatto con i buoni energetici e del teleriscaldamento, che non vengono erogati a causa di intoppi informatici, è la classica ciliegina sulla torta; un ulteriore sgarbo ai danni di una consistente fetta della popolazione che, senza il sostegno di Stato, non riesce più a far fronte alle spese.

Infine, non è possibile ignorare il peso, che grava sul bilancio familiare, della voce “costi sanitari”. I rincari che hanno colpito il settore della Salute sono dovuti a una Sanità sempre meno pubblica, perché trasformata dalla politica in terra di conquista riservata ai privati del settore. Il modello statunitense (a piccoli passi) è sbarcato in Italia, così come la tendenza a destinare ampie quote del bilancio del Governo in armi e manovre belliche.

Una miscela pericolosa, che normalmente sarebbe causa di gravi tensioni sociali e collera. Salari sempre più bassi e costi in folle crescita, grazie a tante vili speculazioni, farebbero indignare chiunque, ma in Italia invece tutto tace. Il Paese delle grandi lotte operaie e metropolitane degli anni ’60, ’70, e parte degli ’80, era sempre pronto a scendere in piazza per conquistare diritti e difendere i salari, ma adesso quegli anni sembrano lontani quasi quanto è in là nel tempo il Risorgimento con le sue cospirazioni mazziniane.

Al contrario di quanto avviene normalmente in Francia, nella nostra penisola le organizzazioni sindacali e politiche che guardano a Sinistra sono prive di qualsiasi riferimento autorevole. Il collasso delle forze di ispirazione marxista pare non aver lasciato alcuna eredità ideale, e non esiste un raggruppamento realmente in grado di individuare i luoghi del disagio e trasformare la sofferenza in rivendicazione politica di massa. La protesta, di conseguenza, si frammenta in mille direzioni, mescolando il comprensibile senso di sdegno con pericolose istanze nazionaliste o semplicemente egoistiche. La stessa intellighenzia brancola nel buio, avallando guerre, produzione di armi e distruzione del sistema ospedaliero pubblico. Il video del leader sindacalista Philippe Martinez (Segretario Generale della Cgt) che a Parigi arringa l’infinita folla presente in piazza, maledicendo ripetutamente Macron, è diventato virale tra i militanti italiani: le maldestre imitazioni di Landini sembrano invece non convincere nessuno.

Il sonno della ragione genera mostri, ma anche il silenzio (figlio della rassegnazione e del disimpegno) produce orrore: quello di una terra incapace di reagire e, quindi, pronta a trasformarsi in luogo di conquista da parte di sfruttatori e imprenditori senza scrupoli.

L’entropia è la premessa della morte, mentre il movimento e l’acceso confronto dialettico sono rigeneranti, creatori di energia vitale. Occorre uscire dal coma farmacologico, a cui da troppo tempo siamo sottoposti, e tornare a lottare per un mondo migliore.

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