VERSO IL 2024

Il dito nella piaga (di Cirio):
il Pd punta tutto sulla Sanità

A un anno dal voto in Piemonte il segretario dem Rossi prepara la ricetta per riconquistare la Regione. Dall'edilizia sanitaria alle liste d'attesa: tutti i punti deboli del governatore. Mobilitazione del partito e conferenza programmatica entro l'estate

“Ce la giocheremo sulla Sanità”. Nel Pd non hanno dubbi, è quella la piaga di Alberto Cirio in cui mettere il dito e, di conseguenza, la ricetta per tentare di riconquistare, tra poco più di un anno, la Regione. Dai continui stop and go nella realizzazione di nuovi ospedali alle mancate assunzioni fino alle sempiterne liste d’attesa. Una ferita purulenta per l’amministrazione di centrodestra, nonostante l’avvicendamento di due direttori in corso Regina Margherita (e un terzo in arrivo), la nascita di Azienda Zero che funge e soprattutto fungerà come una sorta di assessorato ombra e una sfilza di esperti e consulenti ingaggiati durante e dopo la pandemia. “Proposte, mobilitazione e dialogo”: queste le tre parole d’ordine lanciate dal segretario del Pd piemontese Mimmo Rossi nell’ultima direzione regionale. Entro l’estate il partito avvierà la Conferenza programmatica, intanto sono già state raccolte 3mila firme in 48 ore nella campagna online contro le liste d’attesa e per la sanità pubblica. Manca un anno alle prossime elezioni regionali e il principale partito di opposizione ha già lanciato la sua volata; l’implosione del Terzo polo – dato fino a qualche giorno fa su posizioni autonome e quindi pronto a drenare il voto moderato e riformista all’alleanza progressista – potrebbe anche fare gioco.  

“Viviamo una fase politica complessa, un momento di passaggio con dinamiche in continua trasformazione. Dobbiamo attraversarli senza subire gli eventi, ma giocando un ruolo da protagonisti” spiega il segretario Rossi che ha previsto il lancio della Conferenza programmatica nell’assemblea di maggio. Il dialogo con le principali forze del centrosinistra è già in corso, i Moderati, fortemente ridimensionati rispetto agli anni d’oro, dovrebbero schierarsi nell’altro fronte, ma il vero nodo resta l’alleanza con il Movimento 5 stelle, decisiva per essere competitivi in una sfida a turno unico. Assieme alla Conferenza programmatica “entro l’estate – ha aggiunto il segretario – faremo partire il Forum degli amministratori e la Scuola di Formazione politica”.

Il Pd conosce i punti deboli di Cirio, ma sa anche che, chiunque correrà per la presidenza, dovrà recuperare un gap di notorietà importante rispetto al governatore, che non ultimo avrà il non trascurabile vantaggio di poter sfruttare le ultime leve del bilancio per incrementare il consenso sul territorio. Nel centrodestra è già in corso la trattativa sull’utilizzo dei 60-70 milioni che, a partire dai canoni idrici, potrebbero liberarsi nel prossimo assestamento, consentendo di elargire finanziamenti e contributi, quelli che l’opposizione definisce con meno fronzoli “marchette elettorali”. Per questo in attesa dell’investitura ufficiale, con il vicepresidente di Palazzo Lascaris Daniele Valle in pole position, è il partito a muoversi con largo anticipo. Per Rossi sarà “centrale il dialogo con tutti i soggetti rappresentativi della realtà regionali del lavoro, dell’impresa, del sociale e del volontariato e con le forze politiche che si riconoscono come alternative a questa alla destra che governa il Piemonte”.

Parallelamente alla campagna online sulle liste d’attesa (che in 48 ore ha già incassato oltre 3mila firme) sta per partire anche quella in lungo e in largo per la regione: “Faremo centinaia di banchetti sfruttando la rete del Pd piemontese per ribadire il nostro no alla privatizzazione strisciante del sistema sanitario” prosegue Rossi, che nelle sue due legislature a Palazzo Lascaris si è sempre occupato principalmente di Sanità, ricoprendo l’incarico di presidente e poi di vice della relativa Commissione. “Ora, dopo il congresso, i dati dimostrano che il Pd c’è e sta bene: è arrivato il momento di cambiare lo schema. È già successo in passato. Si passa dalle leadership nuove e da una narrazione capace di far passare un messaggio per cui vale la pena lavorare su ciò che ci unisce e non su ciò che divide”.

print_icon