POLITICA & SANITÀ

Medici gettonisti, dalla Lega terapia al decreto Schillaci 

Il partito di Salvini prepara emendamenti. Cancellare il divieto di rientro per i professionisti che lasciano il pubblico e non limitare solo ai Pronto Soccorso il ricorso agli esterni. Molinari: "Dalle Asl si annuncia il rischio chiusura per molti reparti"

“Fondamentale combattere il fenomeno dei medici a gettone”. Il ministro della Salute Orazio Schillaci tiene il punto rimarcando, come ha fatto ancora nelle scorse ore, la linea dura nei confronti del ricorso a professionisti forniti da cooperative o società private per sopperire alla carenza degli organici, soprattutto nei Pronto Soccorsi. Linea tradotta dal ministro nel decreto, in discussione alla Camera, che tuttavia sembra destinato a subire importanti modifiche contenute in una seri di emendamenti della maggioranza e in particolare della Lega.

Ai vertici del partito di Matteo Salvini si fa notare come non avendo viceministri o sottosegretari alla Salute, e anche questo è un aspetto politico che da quella parte della maggioranza evidentemente pesa, si voglia far pesare il ruolo della Lega in una partita importante in materia di sanità. Certo, ci sono le motivazioni ufficiali e concrete alla base della richiesta di modificare il testo del ministro. Innanzitutto la cancellazione del divieto di rientrare nel servizio sanitario pubblico per quei professionisti che decidono di lasciare il posto per lavorare come gettonisti. Il forte dubbio dell’incostituzionalità della norma, come osservava ancora ieri il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, “ci induce a rivedere quella parte del testo, altrimenti ad alto rischio di impugnazione”. 

Ma tra gli emendamenti in fase di ultimazione che verranno presentati dalla Lega c’è anche una modifica che cambierebbe in maniera notevole il testo originario. Se Schillaci intende limitare l’utilizzo dei medici pagati a gettone alla sola emergenza e urgenza, ovvero ai Dea e ai Pronto Soccorso e per un tempo massimo di un anno, dai banchi della Lega arriva la richiesta di estendere anche agli altri reparti ospedalieri questa possibilità qualora, ovviamente, non ci siano alternative. “Stiamo ricevendo da giorni appelli allarmati di molti direttori generali delle Asl, ma anche di medici – riferisce Molinari allo Spiffero – che spiegano come in assenza di misure alternative, l’applicazione del testo così com’è potrebbe addirittura portare alla chiusura di molti reparti”. Rischio peraltro paventato anche da chi si occupa dell’emergenza e urgenza, come il presidente della Simeu Fabio De Iaco, che non ritiene sufficiente consentire l’utilizzo dei gettonisti solo nei Pronto Soccorso, visto che “il problema degli organici riguarda anche altri reparti la cui criticità si riflette su tutta la struttura ospedaliere, partendo proprio dall’emergenza urgenza”. 

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