SANITÀ

Stop ai gettonisti, dialisi a rischio.
In Piemonte reparti senza medici

Primi effetti della stretta del ministro Schillaci. I contratti scadono a fine mese e non possono essere rinnovati. L'appello del dg dell'Asl di Alessandria Vercellino: "A breve perderemo anche gli anestesisti". In Regione si prospetta una proroga

Meno di una settimana per trovare una soluzione, altrimenti la nefrologia dell’ospedale di Casale Monferrato, punto di riferimento per un gran numero di dializzati, rischia di non poter continuare a funzionare. Uno scenario che, proprio per la funzione salvavita del reparto, non dovrebbe neppure essere ipotizzato per assurdo, ma che invece si prospetta come uno dei primi drammatici effetti della stretta sui medici gettonisti imposta dal ministro della salute Orazio Schillaci nel decreto Bollette. Il limite posto all’impiego di professionisti esterni, forniti da cooperative o società di servizi, alla sola emergenza-urgenza, vietandone l’utilizzo in tutti gli altri reparti senza ad oggi aver offerto concrete alternative si sta rivelando una, da più parti annunciata, bomba a orologeria. 

In provincia di Alessandria il primo caso di fronte al quale c’è davvero pochissimo tempo per disinnescarla, ma non certo un episodio isolato in un sistema sanitario come quello piemontese che ormai vede l’impiego di camici bianchi esterni diffuso in maniera capillare e massiccia.

L’allarme e la contestuale richiesta di aiuto lanciati dal direttore generale dell’Asl di AlessandriaLuigi Vercellino, è il primo solo per via di un drammatico conto alla rovescia. Il contratto con la società che, da tempo, fornisce i nefrologi in aiuto agli insufficienti quattro in tutto l’organico aziendale, scadrà domenica prossima e ad oggi il decreto Bollette “pone l’Asl nelle condizioni di non mettere a bando, né prorogare i servizi”, come scrive Vercellino in una lettera inviata ai responsabili dei vari settori dell’azienda, ma anche al direttore regionale della Sanità Mario Minola, così come ai vertici dell’Aso di Alessandria diretta da Valter Alpe e dell’Asl di Asti dov’è atteso a giorni l’insediamento di Francesco Arena.

L’interessamento delle due aziende del quadrante Sud testimonia l’effetto domino che l’entrata in crisi di un reparto cruciale come quello in cui si effettua la dialisi avrebbe in assenza di una soluzione che, giocoforza, dev’essere rapidissima. Ma l’allarme non finisce qui. I contratti che fino ad oggi consentono all’Asl alessandrina di sopperire alla carenza di anestesisti con specialisti forniti da società private, scadranno alla fine di maggio. 

Nella lettera Vercellino dispone che i primari e altri responsabili dell’azienda si preparino a “riassegnare le risorse umane mediche e infermieristiche prioritariamente alle attività di emergenza-urgenza e indispensabili”, così come a “rimodulare l’attività di degenza e ambulatoriale programmabile”. Il direttore generale scrive chiaramente: “In assenza di emendamenti al decreto, non si esclude che debbano essere attivati ulteriori interventi di riorganizzazione riguardanti le esternalizzazioni di servizi non ancora scaduti in fase di affidamento”, un elenco lungo che va dalla pediatria all’ortopedia, dalla radiologia alla cardiologia, alla ginecologia e ancora altre specialità.

“Non possiamo certo chiudere un reparto come quello di nefrologia, ma una soluzione va trovata e in fretta. Sono in contatto costante con l’assessorato così come con l’Azienda Sanitaria Zero, che stanno fornendoci pieno supporto – spiega Vercellino, interpellato dallo Spiffero –. Come direttore dell’Asl devo premunirmi a tutela della salute dei cittadini, da qui la lettera e le disposizioni che ho ritenuto dover dare, così come prospettare le possibili conseguenze di una situazione che deve trovare una soluzione”. 

Che quest’ultima possa arrivare prima del 30 aprile con gli attesi e da più parti annunciati emendamenti al decreto pare estremamente difficile, se non impossibile. Più probabile che, in virtù dell’interlocuzione in atto da giorni tra l’assessore regionale Luigi Icardi (anche nel quadro della linea definita dalla Conferenza delle Regioni) e il ministro, dagli uffici di corso Regina parta un’indicazione ai vertici delle Asl per prorogare i contratti con i gettonisti nell’attesa delle modifiche al testo predisposto dal ministro. Un’indicazione che secondo fonti dell’assessorato sarebbe stata di fatto data in una recente riunione con i direttori generali, ma non formalizzata mettendola nero su bianco dalla direzione regionale della Sanità.

Al di là di passaggi burocratici, peraltro importanti, resta una questione tanto grave quanto annunciata: l’aver risposto al dilagante utilizzo di professionisti esterni (soprattutto ai loro costi elevatissimi per la casse pubbliche) con una stretta eccessiva, senza prevederne gli effetti e fornire concrete alternative. Quanto accade oggi a Casale Monferrato e domani in altri ospedali del Piemonte, così come di altre regioni, non può certo cogliere di sorpresa. 

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