SANITÀ

Il Piemonte proroga i gettonisti 

I contratti in scadenza saranno prolungati in attesa della modifica del decreto. L'assessore Icardi: "Soluzione indispensabile, concordata col ministro, per evitare la paralisi di molti reparti". Depositati alla Camera gli emendamenti per allentare la stretta

Una proroga breve, massimo due mesi, dei contratti in scadenza con le cooperative e le società di servizi che forniscono i medici gettonisti alle Asl del Piemonte. È questa la soluzione temporanea, ma indispensabile “per evitare un disastro”, come spiega allo Spiffero l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. Il disastro si sarebbe verificato nel giro di pochi giorni, quando di fronte al termine dei contratti i direttori generali delle aziende in base alle norme predisposte dal ministro della Salute Orazio Schillaci e contenute nel decreto Bollette non avrebbero potuto stipulare nuove convenzioni, tantomeno prolungare quelle in scadenza. 

Divieti che se, a rigor di legge, permangono trovano una deroga nella disposizione impartita dalla Regione, “in accordo con il ministro, nell’attesa degli emendamenti al decreto che nella sua conversione in legge eliminerà norme che lo stesso Governo ha convenuto essere troppo stringenti e inapplicabili senza provocare una paralisi in moltissimi reparti ospedalieri”, aggiunge Icardi dopo una delle tante interlocuzioni con il dicastero.

Domenica prossima scadrà il contratto con i gettonisti che coprono gran parte dei turni nel reparto di nefrologia di Casale Monferrato e senza di loro sarebbe impossibile continuare ad effettuare le dialisi. Uno scenario paventato dal direttore generale dell’Asl di Alessandria Luigi Vercellino in una lettera ai primari e alla Regione, in cui richiama la necessità di riorganizzare i servizi proprio per affrontare la grave emergenza prospettata. Non l’unica, nella stessa comunicazione si faceva presente come a fine maggio scadranno anche i contratti per altri professionisti esterni, in quel caso anestesisti. 

Dal Sud al Nord della Regione, il quadro è lo stesso. “Stiamo valutando alcune temporanee revisioni organizzative dell’attività – si legge in una nota dell’Asl del Vco, diretta da Chiara Serpieri – comunque con salvaguardia della continuità dell’erogazione dell’assistenza sanitaria a tutela della salute pubblica, nelle more del completamento delle procedure già da tempo attivate di reclutamento del personale necessaria a reintegrare gli organici”.

Un pasticcio, difficile definire altrimenti, l’insieme di norme contenute nel decreto senza avere previsto le conseguenze di un’interruzione repentina del ricorso ai gettonisti, fatto salvo per i Dea e i Pronto Soccorso, ben sapendo che l’esternalizzazione interessa ormai moltissimi altri reparti ospedalieri. L’allarme sull’impatto di una stretta necessaria, ma evidentemente troppo stringente (soprattutto nei tempi) era stato lanciato da più parti subito dopo la pubblicazione del decreto, così come dalla stessa maggioranza, in particolare dalla Lega, è subito incominciato un lavoro per modificare il testo, in accordo col ministro. 

Il fascicolo degli emendamenti è stato depositato l’altro giorno in commissione Affari sociali alla Camera ed è dato, ormai per scontato, l’allentamento della stretta con la possibilità per i gettonisti di continuare ad operare in tutti i reparti dove si registrano carenze di personale e, dunque, non solo nell'emergenza urgenza. Si prevedono tempi piuttosto brevi, ma non certo sufficienti perché le norme riviste possano avere efficacia nei casi in cui la scadenza dei contratti è questione di pochi giorni. Da qui la disposizione della Regione di prorogare i contratti oltre la scadenza per un periodo massimo di due mesi, che potrebbe ridursi se il decreto rivisto arriverà prima. 

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