POLITICA & SANITÀ

Asl, nomine nel 2024 a urne calde.
I direttori guardano oltre i confini

Il rinnovo dei vertici delle aziende in Lombardia, Liguria, Lazio e altre regioni attrae più di un manager a una anno dalla fine del mandato. Sarà ancora questa giunta a designare i vertici nella bagarre elettorale. Una Rsa nel futuro del quasi ex direttore Minola?

Un complicato incrocio tra politica e sanità quello che si annuncia esattamente tra un anno, ma che già produce manovre sia su un fronte sia sull’altro. A fine maggio del 2024, quindi a urne delle regionali ancora calde e presumibilmente senza che ancora sia stata formata la nuova giunta, scadrà buona parte dei contratti dei direttori generali delle aziende sanitarie.

Inevitabile la domanda: chi nominerà i futuri vertici di Asl e Aso? A farlo sarà la giunta ormai agli sgoccioli del suo quinquennio, oppure si attenderà l’insediamento del nuovo esecutivo? Fin d’ora sulla questione, sia pure lontano dall’ufficialità ma non prive di sostanza politica, si palesano due visioni. La prima, naturalmente sostenuta dalla Lega e in primis dal suo assessore Luigi Icardi, si basa sul rispetto della norma, l’osservanza scrupolosa dei tempi dei contratti e che, dunque, prospetta le scelte fatte in tempo per arrivare alla scadenza con già i nuovi direttori nominati dalla giunta attuale. Altri e tra questi è difficile non vedere alcune punte avanzata di Fratelli d’Italia, non escluderebbero a priori un prolungamento anche solo di pochi mesi per i direttori in maniera tale da attribuire alla nuova giunta e al nuovo assessore la scelta. In fondo, non manca un precedente sia pure fallito nell’intento: i Fratelli hanno cercato in ogni modo di allungare il mandato dell’attuale direttore regionale della Sanità Mario Minola, in maniera tale da assegnare la designazione del successore all’esecutivo che uscirà dalle urne la primavera prossima e in cui il partito di Giorgia Meloni è convinto, dati delle ultime elezioni e dei sondaggi alla mano, di avere in un ribaltamento dell’attuale schema il peso maggiore e lo stesso titolare della Sanità (ovviamente nel caso in cui la presidenza resti ad Alberto Cirio). Presto per dire come finirà questa partita che s’inizia a giocare con grande anticipo. E non solo sul terreno della politica.

Proprio la durata di appena un anno degli incarichi fa drizzare le antenne a più di un manager, orientandole verso quelle regioni in cui nel giro di pochi mesi cambieranno la dirigenza delle loro aziende sanitarie. Opportunità si presentano in Lombardia così come in Liguria, regioni assai appetibili per vicinanza, ma anche nel Lazio, in Umbria e perfino in Sicilia che a dispetto della distanza sarebbe destinazione affatto sgradita per chi lì ha casa, o affetti, o ancora relazioni professionali. Cambiare un anno in Piemonte con tre altrove può risultare un affare conveniente per molti, soprattutto con quell’incognita su chi in Regione darà le carte per il prossimo giro. 

Al solito non manca radio fante a trasmettere rumors e mezze verità. E così c’è chi consiglia di aspettare l’elenco degli aspiranti al posto oggi di Minola per vedere se tra questi ci sarà il nome di Giovanni La Valle spiegando che una sua assenza potrebbe suffragare le ipotesi di un suo sguardo oltre i confini, in particolare verso la Liguria dov’è già stato in passato, direttore sanitario al San Martino di Genova. In corso Regina c’è chi con perfidia osserva come il direttore farebbe bene, nel volgere lo sguardo, anche ad alzare gli occhi ai soffitti delle Molinette, con evidente riferimento ai crolli. E proprio l’arrivo del commissario per il futuro Parco della Salute, l’avvocato di Stato Mario Corsini, togliendo la partita più importante alla direzione generale, potrebbe essere una delle ragioni della possibile migrazione di La Valle.

Così come l’assenza di un paracadute, che invece quasi tutti gli altri hanno essendo dipendenti del servizio sanitario, sempre secondo indiscrezioni, potrebbe far risultare interessante qualche direzione di rilievo in altre regioni all’attuale numero uno dell’Asl di Alessandria Luigi Vercellino. In più c’è da considerare altri movimenti che precederanno le nomine di primavera. Qualche contratto scadrà a a fine anno, ma soprattutto dal primo gennaio del 2024 sarà costituita a tutti gli effetti la nuova azienda ospedaliera universitaria Regina Margherita di Torino. Pur tenendo conto che mancano ancora più di sette mesi al momento in cui si dovrà nominare il direttore della nuova Auo con buone prospettive di diventare Irccs il nome, primo di una presumibile lunga serie, che circola è quello di Valter Alpe, attuale direttore dell’azienda ospedaliera di Alessandria.

Assai più ravvicinato, ormai questione di un paio di settimane, il momento in cui la giunta di Alberto Cirio insedierà il nuovo direttore regionale della Sanità. Il bando è atteso nelle prossime ore e, come preannunciato, prevede la durata di tre anni fissata dalla legge, ma con una verifica di metà mandato, “non formale e generica, ma legata a precisi obiettivi che saranno assegnati al direttore”, spiega l’assessore Icardi. Un incarico diviso in due periodi che è frutto di una sorta di mediazione tra la linea della Lega e dello stesso Icardi che non hanno ceduto alle richieste di un prolungamento dell’incarico fino a fine legislatura (peraltro di dubbia sostenibilità giuridica) e quella di FdI che perorava questa soluzione.

Per il posto di grand commis della Sanità è sempre alto il borsino dell’attuale direttore dell’Istituto di Candiolo Antonino Sottile, ma sarà comunque indicativo vedere quanti e chi saranno coloro che risponderanno al bando. Tra le domande che si rincorrono tra gli addetti ai lavori non manca certo quella sul futuro dello stesso Minola. Dopo aver cercato in ogni modo di restare ancora un po’ al suo posto dove andrà? C’è chi indica come possibile approdo il Koelliker, ma con più insistenza circola la voce su un suo incarico di vertice in una casa di riposo di Trecate.

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