SANITÀ

A un passo dal piano di rientro. Troppo rosso nei conti delle Asl

Non approvato neppure un bilancio preventivo: bisogna ancora ridurre le spese per il 2023 per stare sotto i 450 milioni di disavanzo. Con un deficit sopra il 5% del fondo regionale scatta il commissariamento. Si spera in un intervento del Governo

C’è un numero che fa tremare la sanità piemontese. È il 5% del fondo sanitario, ovvero le risorse assegnate ogni anno dallo Stato a ciascuna Regione. Se il rosso dei bilanci delle Asl supera questa soglia si va dritti in piano di rientro, insomma scatta quel commissariamento da parte del ministero dell’Economia che il Piemonte ha conosciuto e col quale ha dovuto fare i conti, pesantissimi così come i conseguenti tagli ai servizi, per più di sei anni a partire dal 2010.

Una prospettiva certa in base ai primi preventivi dei bilanci per l’anno in corso presentati ormai alcuni mesi fa dalle aziende sanitarie che andavano ben oltre i circa 450 milioni, cifra in cui si traduce la percentuale dalla quale si continua a cercare di restare al di sotto, senza peraltro averne ancora la certezza. Prova ne è che nessuno dei bilanci preventivi ha ancora ottenuto l’approvazione dagli uffici di corso Regina dove dall’iniziale indicazione a limare le previsioni di spesa si è passato a un imperativo a ridurre e di molto quei numeri, senza contraccolpi sui servizi ai cittadini. 

“Mi preparo a rispedirne indietro più d’uno”. Erano i primi di marzo quando l’assessore alla Sanità Luigi Icardi aveva profetizzato allo Spiffero la probabile reazione ai conti che gli sarebbero arrivati sulla scrivania di lì a poco. Ma aveva peccato d’ottimismo. C’era voluto poco per capire come ad allargare le stime di spesa erano stati tutti i direttori generali. Una pratica, peraltro, ben nota da anni quando si tratta di ipotizzare i bilanci, ben sapendo che poi qualcosa va limato. Stavolta anche se viene bandito, il termine più appropriato resta “tagliare”, altro che limare. Da quei giorni d’inizio marzo è stato una spola continua delle cifre e delle rispettive voci.

L’essere in compagnia con altre regioni ad alto rischio, in qualche modo potrebbe giocare a favore del Piemonte, ma non può comunque essere questa l’unica ancora di salvezza. In Emilia-Romagna da settimane è allarme rosso e i circa 400 milioni di rosso hanno fatto dire all’assessore Raffaele Donini che “dovremo fare attenzione a non sbilanciarci dal punto di vista finanziario”, ma anche ad avvertire – lui esponente del Pd della giunta di Stefano Bonaccini, ma anche coordinatore della commissione Salute in seno alla Conferenza delle Regioni – che “nessuno deve andare in piano di rientro a causa del mancato riconoscimento delle spese sostenute per il Covid”.

Donini, su questo, è perfettamente in linea con Icardi, suo vicario in commissione: “Il Piemonte aspetta ancora più di 300 milioni promessi dall’allora ministro Roberto Speranza, a parziale compensazione delle spese Covid”, ricorda ormai come un mantra l’inquilino di corso Regina. Con quei soldi il piano di rientro sparirebbe dall’orizzonte, ma se non sono arrivati fino ad ora è difficile immaginare alle viste il bonifico del Governo. Ma c'è di più: "Tra qualche mese dovr ripartire la campagna vaccinale Covid per i soggetti fragili, ma dal Governo fino ad ora non è arrivata nessuna indicazione circa i finanziamenti. E saranno spese ulteriori", ricorda Icardi. 

Un intervento per evitare che parecchie Regioni finiscano commissariate, tuttavia, è tra le eventualità possibili. Perché se è vero che proprio in Emilia-Romagna è la destra a mettere sotto accusa Bonaccini per l’annunciato deficit, ci sono altri territori amministrati dalla maggioranza di governo che si trovano nella stessa situazione e il Piemonte è tra questi. Pur non escludendo l'aiuto, i conti bisogni farli senza l’oste che in questo caso sta di Palazzo Chigi. E, quindi, “si stanno ancora vagliando uno per uno i bilanci delle aziende”, come conferma l’assessore pronto a definire il riparto del fondo regionale assegnando a ciascuna Asl le risorse che non saranno certo quelle preventivate ormai alcuni mesi fa, ma neppure quelle contenute nei numeri che devono ancora essere ridotti. 

print_icon