VERSO IL 2024

Il Pd s'aggrappa ai civici: due liste per le regionali

Oltre al Monviso di Giaccone, che esordì con Chiamparino nel 2014, scalda i motori anche Tresso con la sua Torino Domani (diventerà Piemonte Domani?). I contatti con Demos a Novara e l'incognita delle firme. Fermento a Cuneo. La corsa è già iniziata

“C’è uno spazio” anche al di là del campo largo. Un’area politica da coltivare e arare con cura perché, a giudicare almeno dalle ultime elezioni comunali, è proprio quella che può allargare il perimetro di una coalizione. Mentre Pd e Movimento 5 stelle si godono il successo ottenuto insieme a Ivrea - tanto per rimanere in Piemonte - le forze civiche hanno iniziato a muoversi in vista delle regionali del prossimo anno. E se a destra la lista in embrione prende forma (solo) sotto l’egida di Alberto Cirio, a sinistra c’è un attivismo spontaneo che potrebbe portare in dote non solo una, ma due liste al candidato presidente. Chiunque esso sia.

Se n’è parlato sabato mattina, nei capannelli a margine dell’assemblea di Torino Domani, formazione che a sorpresa si è presentata alle amministrative del capoluogo, nel 2021, ottenendo quasi 8mila voti (2,65%), eleggendo un consigliere comunale e portando in giunta un assessore, Francesco Tresso. Manager in cerca d’autore (e d’incarichi), musici e artisti (dell’effimero): una sinistra glamour che piace alla gente che piace, in grado di raggiungere il 6% nei quartieri del Centro, mentre ha zoppicato in periferia dove si è fermata faticosamente all’1. Usano espressioni tipo “Rigenerare la collettività”, qualunque cosa voglia dire, epperò raccolgono consensi che altri faticherebbero a intercettare, soprattutto nel capoluogo.

Pur con tutte le differenze del caso rispetto alle elezioni regionali (viepiù se in concomitanza con le europee), le amministrative di domenica e lunedì hanno messo in luce la forza di una proposta civica anche in città di medie dimensioni. A Ivrea, per esempio, le due liste che hanno accompagnato Pd e M5s hanno totalizzato complessivamente oltre il 17%, un terzo dei voti andati alla coalizione vincitrice. Lo stesso vale per Pianezza dove Pianezza Protagonista ha superato il 10% (anche qui un terzo dei voti del candidato di centrosinistra Giovanni Minò). Un discorso che vale a destra come a sinistra, soprattutto in tempi di bassa affluenza.

Tresso starebbe già preparando da mesi il salto della sua creatura a Palazzo Lascaris, in nessun modo intimidito dalla concorrenza con il suo antico sodale, oggi nemico amatissimo, Mario Giaccone che resta in cima al Monviso (dal nome della sua lista) a scrutare l’orizzonte. Lui, in fondo, non ha bisogno di anticipare i tempi, potendosi presentare senza lo sforzo di raccogliere le firme essendo un consigliere regionale uscente.

Torino Domani invece dovrà aprire i suoi banchetti e tirare fuori gli appositi moduli (almeno in quattro province) se vorrà prendere parte alla competizione. Per farlo sarà necessario valutare delle alleanze ed è quello che già sta facendo. A Novara il link sarebbe Piergiacomo Baroni, consigliere comunale di Demos, eletto in una civica di centrosinistra, così come Elena Apollonio a Torino, pure lei tra i seguaci di Sant’Egidio ora accasatasi al gruppo Misto. Fermento si registra anche a Cuneo, provincia in cui tradizionalmente il civismo attecchisce più dei partiti. Nelle settimane scorse è stato registrato un abboccamento tra Tresso e l’ex sindaco Federico Borgna: i due si sono incontrati ma per il momento non è stato sancito alcun patto. Monviso in movimento di Alberto Valmaggia – anche lui in passato primo cittadino di Cuneo e poi assessore regionale con Sergio Chiamparino – dovrebbe confermare la federazione con Giaccone, al quale avrebbe però chiesto un maggior impegno nel costruire una lista competitiva anche a Torino perché “nel 2019 sei entrato in Consiglio coi voti nostri” è stato il messaggio. E cosa farà l’ex presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, titolare di Insieme, altra formazione civica radicata nella Granda? Vorrà vendicarsi di Alberto Cirio dopo che il governatore l’ha accompagnato alla porta di via XX Settembre o il pragmatismo tipico dell’uomo di potere gli consiglierà di salire sul carro che almeno oggi è dato vincente? Sul territorio, intanto, si moltiplicano gli incontri pubblici. Presto ancora per parlare di candidati ma la capacità di mobilitazione a questo gruppo non manca così come le relazioni per guardare oltre la cinta daziaria del capoluogo.

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