SALOON DEL LIBRO

"Montaruli è una pregiudicata, non un bell’esempio". Lagioia al veleno: "Virata autoritaria del governo"

Il direttore del Salone torna a rinfocolare la polemica e alla deputata di FdI rinfaccia la condanna definitiva per Rimborsopoli. Lo scrittore barese si autoassolve: "Mio metodo è il dialogo, non il manganello", ma alla fine giustifica i contestatori del ministro Roccella - VIDEO

«Confronto con Montaruli? Non è un bell’esempio per i giovani che sul palco con una ministra ci sia una pregiudicata. Augusta Montaruli che dice “con tutti i soldi che prendi” è stata condannata in via definitiva per peculato». Nicola Lagioia torna dalle telecamere di Agorà Rai 3 sulle critiche, non propriamente improntante al bon ton, della deputata di Fratelli d’Italia per come (non) ha gestito le contestazioni al ministro della Famiglia Eugenia Roccella al Salone del libro di Torino.

Lo scrittore barese aveva lamentato di essere stato aggredito dalla fumantina parlamentare meloniana: “Mi ha gridato contro con un atteggiamento veramente molto violento”, sebbene i video testimonino come, in realtà, non ci sia stata alcuna aggressione, bensì solo un animato scambio di battute. Insomma, saranno stati pure “toni sguaiati”, come li ha definiti Vittorio Sgarbi, ma nulla di più e, soprattutto, non è certo stata la causa dell’allontanamento di Lagioia che, invece, dopo aver registrato il fallimento del suo tentativo di mediazione con i manifestanti stava già lasciando la sala, in pieno caos.

Sono soprattutto le parole pronunciate nel corso del battibecco – “La contestazione è legittima? Vergognati, vergognati, con tutti i soldi che prendi!” – a ritorcersi contro la parlamentare meloniana. È noto, infatti, che Montaruli è stata condannata per peculato (con sentenza definitiva della Cassazione del febbraio scorso) a 1 anno e 6 mesi per quasi 25 mila euro di “spese pazze” quando era consigliera regionale del Piemonte, tra il 2010 e il 2014. Condanna che l’ha costretta a dimettersi dalla carica di sottosegretario all’Università, ricevendo come “consolazione” l’elezione a vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai.

Lagioia non solo si assolve – “Non sono il servizio d’ordine del salone e non sono la polizia. Ho detto ai ragazzi: eleggete un vostro delegato e trasformiamo questa contestazione in un dialogo, ma mi hanno detto di no” – ma alla fine arriva a giustificare anche l’aggressione subita dal ministro Roccella. I contestatori “non volevano dialogo perché per loro la ministra è anti abortista e con una firma può rovinare le nostre vite, può cambiare le loro vite, dovrebbe essere lei prima di fare delle leggi, a far sì che queste leggi siano il risultato di un dialogo”. Insomma, istituzioni e politica alla mercé preventiva dei contestatori. “Come si fa a trasformare il conflitto in un dialogo? La politica e le istituzioni diano il buon esempio e cerchino una strada”, ha spiegato Lagioia che vede pericoli incombenti: “Questo governo può avere una virata autoritaria, che non vuol dire fascismo ma un’altra cosa: restrizione della libertà, restrizione dei diritti, nel momento in cui c’è una ministra che è anti abortista io capisco che le donne si sentano minacciate”.

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