Roccella contestata: il caso divide la Sala Rossa

La Sala Rossa si divide sulle contestazioni alla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, sabato al Salone del Libro di Torino. Il dibattito seguito alle comunicazioni del sindaco Stefano Lo Russo ha messo in evidenza una netta distinzione fra maggioranza e opposizione. "La ministra aveva tutto il diritto di presentare il proprio libro", osserva la capogruppo Pd Nadia Conticelli sottolineando però che "qualche fischio e contestazione hanno accolto nel tempo più di un personaggio e in nessun caso si è proceduto a denunce o si sono alzati i toni come ha fatto in questa occasione il governo di centrodestra che gioca in difesa sul tema dei duetti e alza l'asticella della tensione". La capogruppo di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale chiede all'aula se "davvero stiamo discutendo del fatto che la contestazione avrebbe impedito alla ministra di tenere la sua conferenza. Come se potesse esserci un problema di libertà di parola per un ministro". Se "l'ipotesi di reato per cui sono state denunciate 29 persone fosse violenza privata - prosegue - e se la notizia fosse confermata, saremmo di fronte a un fatto di inaudita gravità". Il capogruppo M5s Andrea Russi, pur stigmatizzando l'episodio, definisce "retrograde le politiche espresse dalla ministra, che ha diritto di parola anche se le contestazioni politiche sono normali. E sono inaccettabili gli attacchi di esponenti della maggioranza di governo al direttore Lagioia". Silvio Viale (Lista Civica per Torino) ricorda che "è la prima volta che salta una conferenza al Salone del Libro per una contestazione: una forma di violenza grave, da condannare".

Sul fronte del centrodestra, il capogruppo FdI Giovanni Crosetto afferma che "quest'anno il Salone del Libro ha avuto una chiara connotazione politica in quanto il direttore Lagioia ha deciso di giustificare ciò che è successo e cioè l'impossibilità, tramite violenza, di manifestare liberamente il proprio pensiero". Il vice capogruppo di Forza Italia, Domenico Garcea, giudica la contestazione "un fatto gravissimo senza precedenti" e invita la ministra a tornare a Torino per presentare il suo libro "magari proprio in Sala Rossa durante un Consiglio aperto sul tema". Per Giuseppe Catizione (Lega) "è opportuno ribadire che la libertà di parola deve essere un punto fermo di questo Paese e dispiace che la contestazione metta in secondo piano la rilevanza di una manifestazione di livello internazionale". A invitare ad "abbassare i toni" il capogruppo di Torino Bellissima, Paolo Damilano. "Anche noi - dice - condanniamo duramente quanto accaduto, così come difendiamo anche la libera espressione di tutti, ma ci sono modi e luoghi, non si deve andare oltre un certo limite".

 

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