ENTI LOCALI

Province, in attesa della legge già impazza il totonomi

In Parlamento si lavora alla riforma, sul territorio c'è chi si prepara a correre. Pd favorito a Torino, centrodestra pronto a spartirsi il resto del Piemonte. Tra un anno, con europee e regionali, gli elettori piemontesi si troveranno tre schede in mano. Ecco i primi nomi

In Parlamento si corre per approvare la nuova legge, fuori s’inizia a dibattere su “chi” e “dove”. Il ritorno delle Province così come le abbiamo conosciute fino alla riforma di Graziano Delrio (ribattezzato Delirio in quegli anni da chi si è opposto fino all’ultimo) moltiplicherà i posti per una famelica classe politica che sembra ormai aver dimenticato l’austerità imposta da Europa e buon senso, quando meno di dieci anni fa lo spettro del default aleggiava su tutta la Penisola. Ancora qualche mese e la legge che restituisce alle Province il rango di enti di primo livello, con presidente e consiglieri eletti direttamente dai cittadini, potrebbe essere approvata e a quel punto il 2024 potrebbe davvero trasformarsi nell’infornata elettorale più ghiotta degli ultimi anni con urne aperte dalle comunali alle europee. “Faremo di tutto per far sì che la riforma ottenga il via libera entro la fine dell’anno” dice il deputato di Forza Italia Roberto Pella. Nell’incontro con il ministro Roberto Calderoli anche l’Upi ha dato il suo via libera e tra le minoranze non dovrebbero esserci le barricate. Nei giorni scorsi anche il senatore novarese Gaetano Nastri, primo firmatario della proposta di legge, ha assicurato i suoi interlocutori sul fatto che “andiamo avanti spediti”.

In Piemonte si potrebbe arrivare il 9 giugno a un election day in cui ogni cittadino avrà la scheda delle provinciali, quella delle regionali, quella delle europee. E per i più fortunati ci saranno anche le comunali. I partiti sono già al lavoro per individuare i candidati migliori cercando uno schema in grado di tenere tutto insieme. Alberto Cirio candidato alle europee, per esempio, consentirebbe a Fratelli d’Italia di poter finalmente metteee in campo un proprio esponente a capo di una delle grandi regioni del Nord e la Lega potrebbe rivendicare la Città Metropolitana di Torino, per quanto qui il favorito è il centrosinistra. Se il governatore optasse per il bis, allora FdI e Lega dovrebbero spartirsi le province tenendo conto anche dei rapporti di forza nei vari distretti.

Nel capoluogo, dove il centrosinistra oggi è favorito, nel Pd c’è chi potrebbe ambire alla presidenza a partire dagli ultimi tre vicesindaci metropolitani (il sindaco è quello del comune capoluogo): si tratta di Jacopo Suppo, attuale numero due di Stefano Lo Russo, Roberto Montà già primo cittadino di Grugliasco che ha gestito l'ente tra Chiara Appendino e il suo successore, e infine Alberto Avetta che lo fece con Piero Fassino e oggi ricopre il ruolo di consigliere regionale. “Non è escluso però che – se ci fosse un accordo in Regione tra Pd e M5s – allora la Città Metropolitana possa trasformarsi in una camera di compensazione per i grillini” mettono in guardia i dem. Una partita nella quale potrebbe inserirsi anche Daniele Valle, qualora non ottenesse dal centrosinistra l'investitura per guidare la coalizione alle regionali. Tutto si tiene. E non solo a Torino.

Una riconferma di Federico Binatti a Novara, per esempio, consentirebbe alla Lega di tenere il Comune anche dopo il decennio targato Alessandro Canelli. Opzione tutt’altro che scontata, soprattutto dopo la crescita registrata dal partito di Giorgia Meloni che continua a fare proselitismo sia a Palazzo Cabrino sia nei comuni intorno. E chissà, magari questo potrebbe portare anche alla conferma di Davide Gilardino a Vercelli, provincia in cui la Lega arranca dopo l'espulsione di Paolo Tiramani. Binatti pare sia intenzionato a correre per Palazzo Lascaris ma se la riforma delle Province (che tra le altre cose di fatto equipara l'emolumento del presidente a quello del consigliere regionale) dovvesse vedere la luce potrebbe decidere di restare lì dov'è. Ipotesi, ragionamenti. “Siamo ancora all’inizio, è presto per parlarne” dicono da centrodestra. Eppure, sottovoce, qualcuno già fa delle ipotesi.

Si racconta per esempio che nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità Luigi Icardi abbia fatto una capatina al civico 21 di corso Nizza a Cuneo, dove ha sede la Provincia, per informarsi sullo stato dell’arte della legge: “Si voterà il prossimo anno?” è stato il suo quesito. “Poteva chiederlo a Gianna Gancia, lei sicuro è informata” è stata la battuta circolata appena si è diffusa la voce con chiaro riferimento al legame sentimentale tra l’eurodeputata cuneese, con trascorsi da presidente della Provincia Granda, e il ministro Calderoli. Che Icardi possa essere interessato a quella posizione? Di certo ci ha già messo gli occhi anche a  Paolo Bongioanni di Fratelli d’Italia. Ed è solo l’inizio.  

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