Inchiesta sul Cpr di Torino, migranti "come allo zoo"

Nel Cpr di Torino c'era una zona, chiamata 'ospedaletto', che per le sue caratteristiche presentava "un effetto complessivo del tutto analogo a quello di vecchie sezioni di uno zoo". E' quanto si legge nelle carte di un'inchiesta della procura subalpina sfociata nella notifica di un avviso di chiusura indagini a sei persone. Il procedimento è aperto per reati di falso, favoreggiamento e sequestro di persona. A uno degli indagati, responsabile sanitario del Centro di permanenza per il rimpatrio all'epoca del fatto, è contestato l'omicidio colposo in ambito sanitario per il suicidio di Moussa Balde, un giovane originario della Guinea che nel maggio del 2021 si tolse la vita all'interno della struttura, dove era stato portato dopo un'aggressione subita a Ventimiglia (Imperia). Gli altri cinque indagati sono dirigenti o funzionari della questura. Le ipotesi d'accusa sono legate alla sistemazione di alcuni migranti in isolamento nell'ospedaletto per ragioni definite di "mantenimento dell'ordine" all'interno del centro. Il riferimento allo 'zoo' è contenuto in una relazione inviata nel 2018 al Ministero dell'interno dal Garante per i diritti dei detenuti. Gli inquirenti, come si ricava dal verbale, lo hanno mostrato a Claudio Palomba, prefetto a Torino dal novembre del 2018 al 2021 e ora prefetto a Napoli, in occasione del suo interrogatorio: Palomba figurava tra gli indagati (era assistito da un legale dell'Avvocatura distretttuale dello Stato) ma la sua posizione è stata stralciata in vista di una richiesta di archiviazione.

Palomba - che entrò in carica a Torino nel novembre del 2018 - aveva risposto spiegando che non condivise molti dei rilievi mossi dal Garante. "L'utilizzo maggiore degli ospedaletti era per ragioni sanitarie", disse ai pm aggiungendo che, in applicazione di norme risalenti al 2014 e al 2015, in presenza di "ragioni di ordine e sicurezza" gli operatori del Cpr "su indicazione delle forze di polizia" potevano collocare gli stranieri in "appositi spazi". "Il questore - disse ancora il prefetto collocando l'episodio nel 2020 - mi aveva riferito verbalmente di spostamenti in ospedaletto per ragioni di ordine e sicurezza. La questione dello spostamento era seguita dal dirigente della polizia di Stato". Nel corso degli anni vi sono stati numerosi casi di intemperanze, proteste e rivolte all'interno del Centro (che è stato chiuso nei mesi scorsi dopo una serie di incendi) e manifestazioni di piazza fuori dai cancelli da parte di gruppi di area anarchica e antagonista. "Abbiamo cercato - disse il prefetto ai pm - di rendere gli ospedaletti più accoglienti. La grata superiore era per evitare che tali locali fossero colpiti da lanci di pietre" (dall'esterno, ndr).

print_icon