SCENTRATI

Costa in Azione (da commissario),
Terzo polo verso Cirio in Piemonte

Con il passo indietro di Susta il partito è pronto a svoltare a destra alle prossime regionali. Mandato all'ex ministro per trattare con il governatore che ha riservato ai calendiani qualche posto nella sua lista civica. Militanti in subbuglio

Da una parte c’è l’ipercinetico Matteo Renzi, che mette insieme vagabondi e apolidi di ogni risma pur di enfatizzare la sua forza d’attrazione, dall’altra Carlo Calenda impegnato a rappattumare il suo partito dopo le defezioni che lo hanno decimato, tra tessere stracciate, dirigenti in fuga e dimissioni dei vertici locali. E così, mentre il Giamburrasca di Rignano raduna a Milano (chez Letizia Moratti) residuati della prima e della seconda repubblica, l’ex ministro sta per indicare i commissari in quelle regioni e province rimaste acefale. Tra queste c’è il Piemonte dove nei prossimi giorni Enrico Costa dovrebbe subentrare al dimissionario Gianluca Susta, che ha lasciato poiché “in dissenso con la linea politica del mio segretario nazionale”. Una frattura che si è aperta con l’esplosione del Terzo polo e la chiusura di Calenda di fronte a ogni ipotesi di federazione in vista delle europee. Costa è di fatto il numero due nazionale del partito, peraltro l’unico in segreteria a essersi espresso contro la scelta di mandare tutto per aria, ma nonostante ciò è rimasto uno dei pochi di cui Calenda pare ancora fidarsi. 

Susta, ex europarlamentare biellese, non ha lasciato il partito (e tantomeno intende seguire, almeno per ora, la strada di chi si è trasferito armi e bagagli in Italia Viva) ma è evidente come abbia assunto una posizione decisamente più defilata. “Era l’ultimo argine” alza le spalle un dirigente del centrosinistra, “senza Gianluca Azione finirà dritta tra le braccia di Alberto Cirio”. Una previsione mica tanto peregrina se si tiene conto dei rapporti che storicamente legano l’ex ministro di Mondovì con il politico langhetto.

Ma Azione resta una polveriera. Sono bastate un paio di dichiarazioni di Osvaldo Napoli a infiammare domenica scorsa le chat interne. L’ex berlusconiano, interpellato sulle regionali ha ammesso che “valuteremo dai programmi quale candidato scegliere”. Apriti cielo: “Noi siamo il Terzo polo, andiamo da soli” è stato il senso di una parte degli interventi. Quel che Napoli non ha detto è che la decisione di fatto è ormai presa. Per questo Costa avrebbe chiesto a Calenda un mandato pieno per assumere il ruolo di commissario: senza defatiganti mediazioni con le varie anime del partito.

Di fronte al bivio delle regionali Costa intende svoltare a destra, “purché ci sia Cirio” ça va sans dire. Che poi è più o meno il ragionamento di Mimmo Portas dei Moderati, coinvolto anche lui nella rimpatriata milanese e ultimamente molto vicino all’ex premier, e pure di Silvia Fregolent di Italia Viva. L’ipotesi è di confluire tutti nella lista civica del governatore, alla quale sta già lavorando da tempo l’ex consigliere regionale Gian Luca Vignale, al fianco di Cirio sin dall’inizio della legislatura. Secondo quanto si vocifera Costa potrebbe strappare al governatore un posto nel listino e un paio di posizioni nella sua civica, Portas ha già blindato la candidatura per il ciellino Silvio Magliano, consigliere regionale uscente, Italia viva potrebbe sostenere Matteo Emanuele Maino, che prima di lasciare Azione aveva sondato a fondo il terreno per chiedere un appoggio per le regionali, evidentemente senza troppo successo. Le stesse aperture di Riccardo Molinari, leader della Lega piemontese e presidente dei deputati, confermano come le trattative siano ben indirizzare.

Ma è presto per parlare di nomi. Ora la vera incognita è il partito (o quel che ne resta). Una formazione che solo un anno e mezzo fa si era schierata con il centrosinistra alle comunali di Torino. Che farà, per esempio, Cristina Peddis, che dopo essersi candidata con Stefano Lo Russo ed essere stata da lui nominata in uno degli enti del sottogoverno cittadino, potrebbe ritrovarsi a guidare un partito alleato del centrodestra alle regionali? Una situazione scomoda ma che potrebbe ben rappresentare quel “Franza o Spagna…” di cui vengono accusati molti terzopolisti. Nelle ultime amministrative, in fondo, Azione ha già dato un assaggio di come potrebbe svilupparsi la sua politica dei due forni, sostenendo a Catania il candidato sindaco di centrodestra Enrico Trantino, fortemente voluto da Giorgia Meloni, che ieri ha festeggiato la conquista della città etnea.

print_icon