Nucleare senza più tabù

E lo sviluppo del nucleare? Dimenticanza nel rapporto annuale dell’Ires Piemonte, eppure il nucleare di ultima generazione è una risposta sul piano energetico e di transizione ambientale da sviluppare e Torino ha aziende e idee che diffonde nel mondo ma che non vengono colte sul territorio. Ma davvero qualcuno pensa che se si rivotasse il risultato sarebbe quello del 1987?

Eppure nelle analisi dei centri studi e anche questo dell’Ires conferma la tenuta della nostra industria manifatturiera che regge l’export dell’auto e dell’indotto, non a caso i paesi verso cui si esporta di più sono Francia, Germania e Stati Uniti che sono anche tra i maggiori produttori di auto. Le aziende automotive hanno anche il mercato spagnolo e inglese su cui orientarsi a procacciarsi lavoro e investimenti oltre a guardare ai paesi nordafricani a cui Stellantis sempre più si rivolgerà.

Il Piemonte sta bene? Il Piemonte non sta peggio di altre Regioni, tralasciamo quelli  abituati a una visione pari all’assemblea di condominio fanno distinguo tra il Piemonte e Torino, sebbene, diversi, fanno parte di un’unica strategia perché dovremmo trovare il modo di costruire sinergie nel campo degli investimenti e risparmi da investire in Piemonte ce ne sono tantissimi, creando una filiera che leghi l’industria dall’auto alle macchine agricole passando per i veicoli industriali: dobbiamo sviluppare un’unica filiera turistica che leghi il vignaiolo e l’albergatore delle Langhe con i musei torinesi.

Anche se l’occupazione a tempo indeterminato è aumentata ma nell’industria cala del 4,4% e a ben vedere l’aumento è dato dal calo degli indici dei contratti a tempo determinato, infatti la ripresa occupazionale è solo dell’1% complessivamente.

Il limite di visione dopo le analisi viene dal fatto che si propongono sempre le stesse medicine dal Polo Aerospaziale (da quanto se ne parla?) al Parco della Salute. Ora è subentrata la favola della transizione ecologica e economia circolare a Mirafiori che occuperà, qualche centinaio a regime, di lavoratori con i cosiddetti lavoratori RCL (ridotte capacità lavorative) e un po' di esuberi pescati qua e là nel comprensorio torinese. Una panacea data in pasto alla sinistra sindacale radicale e politica.

Allora riprendo il tema del nucleare perché ha Torino, oltre a Enel in Italia, abbiamo un patrimonio aziendale di oltre cento ingegneri che ci lavorano ma lavorano per progettare e costruire all’estero centrali nucleari di ultima generazione.

Noi preferiamo fare invadere i nostri campi e prati di distese di pannelli solari, di pale eoliche che deturpano il paesaggio, sovente patrimonio Unesco e che attrae tanto turismo da tutto il mondo con un importante giro d’affari per la nostra economia.

Contraddizioni in seno al popolo, della sinistra, tanto più se è impegnata a tagliare alberi di alto fusto, cinquantennali e tendenzialmente sani in corso Belgio pur di prendere soldi dal Pnrr. Spero di sbagliarmi. Le idee innovative latitano e né il rapporto di Banca d’Italia, né quello dell’Ires forniscono spunti nuovi ma fanno fotografie dell’esistente ma forse è questo il loro compito.

Toccherebbe alla politica, alle imprese, all’università, ai soggetti sociali tra cui il Sindacato sparigliare le carte ma si ode solo silenzio. Allora ripropongo il tema: da Torino può partire, insieme allo studio di nuovi propulsori come l’idrogeno pulito la proposta che si torni a discutere di nucleare come fonte di energia, il più pulita possibile, facente parte della transizione ecologica, come dice anche l’Europa?

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