COMUNE DI TORINO

"Noi leali, ma Lo Russo cambi passo" 

Disertato il tavolo del centrosinistra in Regione, il leader dei Moderati Portas conferma il sostegno al sindaco di Torino. Ma sull'azienda dei trasporti avverte: "Serve un piano di riorganizzazione, altrimenti tanto vale privatizzarla". E basta col "gianduiotto magico"

«Ci turiamo il naso e votiamo sì». Ne fa una questione di lealtà il leader dei Moderati Mimmo Portas, che però tiene a precisare quanto sia «a malincuore» il sostegno del suo partito all’aumento delle tariffe di Gtt appena varato dalla giunta comunale di Stefano Lo Russo. «Il sindaco si sta dimostrando preparato e so che se ha preso questa decisione è perché non c’erano alternative – dice Portas allo Spiffero – ora però serve un cambio di passo, voglio sapere tempistiche e contenuto di un piano di riorganizzazione aziendale che non è più rimandabile e anzi è assolutamente necessario non soltanto per evitare di ritrovarci ancora, tra qualche mese, nella stessa situazione di oggi, ma per garantire un futuro al Gruppo torinese trasporti».

Sono inquieti i Moderati ma per il momento restano leali con una maggioranza e soprattutto un sindaco «che abbiamo sostenuto e continuiamo a considerare il migliore sulla piazza» prosegue Portas che ieri, pur essendo a Torino seppur in versione estiva, ha disertato il tavolo del centrosinistra per le regionali del 2024. Però la fiducia a Lo Russo non è una cambiale in bianco e anzi «compito degli alleati è anche quello di indicare dove si può migliorare, non di dire sempre “sì bravo va tutto benissimo”». Si muove su un crinale sdrucciolevole Portas: lui è sempre stato tra i sostenitori della privatizzazione di Gtt, sin dall’amministrazione di Piero Fassino, l’unico che tentò un’apertura nei confronti del mercato, tema che prima e dopo di lui è rimasto un tabù. «Ci ho messo una pietra sopra – dice Portas – ma allora mi dimostrino che quest’azienda può essere efficiente anche in mano pubblica».

Riguardo poi a Lo Russo, l’invito è a «valorizzare quello che sta facendo». «È bravo, ma sembra mia nonna quando comprava un divano costoso, pregiato, e poi ci metteva sopra il copridivano per non rovinarlo. E nessuno poteva vederlo”. Fuori di metafora? «Dico a Stefano di togliere questo cellophane e ascoltare un po' meno il suo “gianduiotto magico”. Deve affidarsi a professionisti, serve un piano di comunicazione che sveli quanto di buono si sta facendo. Tutti parlano dell’aumento dei biglietti e i 225 nuovi bus elettrici in arrivo grazie ai soldi del Pnrr sono finiti nelle brevi». Insomma, «sapere fare le cose deve essere accompagnato a un’idea di come raccontarle alla città, sennò è inutile e nessuno riconoscerà mai il grande lavoro che si sta facendo».

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