EDILIZIA SANITARIA

Centrodestra finisce all'ospedale, maggioranza con le ossa rotte

Con qualche artifizio d'aula approvata la localizzazione del nuovo nosocomio di Ivrea. FdI esce dall'aula, il Pd non partecipa alla votazione, ma Fava (Forza Italia) e Leone (Lega) coi loro voti contrari garantiscono il numero legale. Il fronte dei sindaci dell'Eporediese

Il nuovo ospedale di Ivrea salvato dai voti contrari. Sembrerà paradossale eppure sono stati proprio  i due voti contro dell’ex leghista (oggi in Forza Italia) Mauro Fava e dell’aspirante fratello d’Italia Claudio Leone a consentire al centrodestra di dare il via libera al provvedimento che localizza nell’area ex Montefibre il nosocomio dell’Asl To4. In uno stucchevole gioco delle parti, infatti, è toccato a loro due tenere in piedi il numero legale mentre la pattuglia di Fratelli d’Italia esce dall'aula e il Pd non partecipa al voto pur garantendo la presenza, ma solo dopo essersi assicurato che la maggioranza fosse autonoma. Dopo la rivolta dei sindaci dell’Alto Canavese e dell’Eporediese – uniti sull’area ex Ribes di Pavone – in pochi volevano intestarsi questa soluzione e così c’era chi diceva “no” ma faceva sì che si andasse proprio in quella direzione. Direzione Ivrea.

Ognuno recita la sua parte, sotto lo sguardo attento del presidente Alberto Cirio precettato anzitempo per evitare il capitombolo. E così di buon mattino si è messo subito al lavoro. Mentre in aula si approvava l’inversione dell’ordine del giorno per chiudere subito la pratica ospedale, rimandando il rendiconto di bilancio al pomeriggio, il governatore era chiuso in una stanza col capogruppo di FdI Paolo Bongioanni per trovare una soluzione che salvasse capre e cavoli. Consentire di andare contro a chi volesse manifestare il proprio dissenso, senza mettere a repentaglio l’approvazione del provvedimento. La mediazione del governatore funziona e la soluzione si trova nel centrodestra, anche se un pallottoliere sul filo del rasoio regala momenti di suspense.

L’asse Pd-Lega invece non si concretizza, anche se era noto il parere favorevole all'area ex Montefibre del consigliere democratico del Canavese Alberto Avetta, che per ordine di partito non partecipa al voto così come gli altri compagni dem. Il soccorso rosso non serve: anche se i Fratelli non votano insieme all’opposizione, il numero legale (25 votanti) viene raggiunto lo stesso grazie ai contrari in maggioranza. Oltre a 22 voti favorevoli si conta l’astensione dell’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca e i voti contrari del forzista (ex leghista) di Cuorgnè Fava e del leghista di Rivarolo Leone, che anche nelle votazioni è lì a mezza via tra Lega (favorevole) e FdI, astenuta. Un compromesso trovato dopo un lungo colloquio con l’assessora meloniana Elena Chiorino. Se anche uno solo dei due fosse uscito dall’aula il provvedimento sarebbe saltato, mentre col loro voto contrario hanno garantito il numero legale al centrodestra.

Insomma, l’ospedale doveva passare (non è sfuggito il riferimento del vicepresidente del Consiglio Daniele Valle sui proprietari dell’area) nonostante ci fosse una maggioranza trasversale contraria, specie dopo la mobilitazione dei sindaci eporediesi di martedì scorso, quando hanno manifestato sotto Palazzo Lascaris per chiedere di rivalutare l’area di Pavone. Il Consiglio ha però scelto diversamente.

“Siamo in tempo, ma dobbiamo chiudere la partita”, aveva ammonito la maggioranza l’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Che nel suo intervento ha parlato di due soluzioni equivalenti dal punto di vista tecnico e rispetto alle quali lui è “indifferente”. “Fate voi”, scherza a margine, visibilmente annoiato da una querelle tutta politica che lo lascia pilatescamente indifferente. Il Pd insiste sulla spaccatura dentro la maggioranza col consigliere Diego Sarno che respinge qualsiasi accordo sottobanco col centrodestra: “Devono venirci a dire che non hanno i voti. Poi ne parliamo”. Non succederà, il centrodestra i voti li trova in casa: “La presa di distanza di Fratelli d’Italia rappresenta un messaggio al territorio: se il prossimo risultato elettorale ci darà ragione rispetto ai nostri alleati e rispetto al Pd – si legge nel comunicato di Fabrizio Bertot, segretario provinciale e numero uno di FdI nel Canavese – è evidente che, nei margini di manovra consentiti dalle leggi e dalle opportunità finanziarie del momento, la collocazione sarà sicuramente rivalutata”. Forse.

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