VERSO IL 2024

Tra Baruffi e Taruffi il Pd scende a Valle

I Pinco e Panco di Schlein approdano a Torino per discutere col segretario Rossi delle regionali. "Allargare la coalizione ma senza impallinare i nostri". Nessuno fa il nome del vicepresidente del Consiglio (buon segno per lui). Il nodo dell'alleanza con il M5s

Si sono presentati a mezzogiorno e hanno levato le tende un paio d’ore dopo senza lasciar traccia del loro passaggio. Davide Baruffi e Igor Taruffi – i Pinco e Panco di Elly Schlein nel suo partito delle meraviglie – hanno incontrato il segretario del Pd piemontese Mimmo Rossi e il resto della sua squadra per dire che sulle regionali non ci saranno interferenze del Nazareno. D’altronde “non esiste neanche un tavolo di coalizione” hanno candidamente ammesso i due di fronte a Rossi e alla sua squadra regionale. Baruffi, sottosegretario di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, è a capo degli Enti Locali del Pd; Taruffi, pure lui emiliano ma legato a Schlein, ha in mano l’organizzazione del partito di cui fino alle primarie neanche faceva parte: l’atteggiamento di entrambi è apparso all’opposto del deleterio interventismo mostrato da Francesco Boccia quando si precipitò a Torino per imporre (senza fortuna) l’alleanza tra Pd e M5s alle amministrative del 2021.  

Si sono incontrati nella sede del gruppo regionale dem, a due passi dalla stazione Porta Nuova dove i due sono arrivati ad alta velocità e da dove ad altrettanta velocità sono ripartiti: “Cerchiamo di allargare ma non a scapito dei nostri” è stato il messaggio (rivelatore) di Baruffi, nel quale – al di là dell’ovvietà – più d’uno ha percepito un atteggiamento non ostile verso l’unico candidato finora in campo, cioè il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle. I due emissari romani (d’estrazione emiliana) hanno raggiunto Torino dopo un giro d’orizzonte con i maggiorenti locali dal quale è emerso che candidati civici a oggi non ce ne sono e che al di là di qualche ballon d’essai l’unico sondato direttamente da Rossi, il rettore del Politecnico Guido Saracco, non rappresenterebbe la chiave per aprire a un’alleanza con il Movimento 5 stelle. La buona notizia per i dem è che in altre regioni – leggi Sardegna e Umbria – è già stata registrata la volontà dei pentastellati di entrare nel campo largo e costituire una coalizione ampia contro il centrodestra; lo stesso potrebbe avvenire in Piemonte dove però pesa la freddezza di Chiara Appendino che non ha dimenticato il trattamento riservatole dal Pd quando era sindaca. Basterà un invito alla Festa dell’Unità per lasciarsi alle spalle il passato? Chissà.

Alla fine della riunione via libera alle dichiarazioni di circostanza: «Sono molto soddisfatto dell’incontro con Igor e Davide che conferma il rapporto di massima sintonia e collaborazione con la segreteria nazionale. Ci aspetta un anno ricco di sfide che sapremo affrontare al meglio con un percorso condiviso e ricco di stimoli» commenta Rossi. «I binari sui quali muoverci sono due: mobilitazione e allargamento della coalizione e per questo obiettivo avremo bisogno di tutto il supporto della segreteria nazionale e di un lavoro coordinato per riuscire ad allargare la platea dei nostri interlocutori, a partire dai temi che ci accomunano. La convergenza sul salario minimo è la dimostrazione che si può fare, ma sono sicuro che anche su ambiente, salute e lavoro si possano trovare dei punti di contatto per opporsi a una destra che si dimostra sempre più incapace di governare il Piemonte e il Paese». Anche sulle tempistiche i due livelli si trovano d’accordo «Entro l’autunno dovremo metterci nella condizione di partire con la campagna elettorale. Il Pd ribadisce la propria disponibilità a confrontarsi senza precondizioni su nomi e proposte con tutte le forze politiche e civiche nel solco di quanto già fatto in questi mesi».

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