VERSO IL 2024

Bruxelles sarebbe "bellissima".
Ipotesi Damilano alle Europee

Voci sul possibile ritorno in pista del mancato sindaco civico di Torino. Forza Italia starebbe pensando a lui magari in ticket alle Regionali con l'assessore Tronzano. Già archiviata l'intemerata contro la "deriva populista" del centrodestra?

Anche Bruxelles, come Torino il Piemonte e l’Italia, può essere “bellissima”. Magari tanto da risultare inarrivabile. Ma se la voci di una candidatura alle europee di Paolo Damilano troveranno conferma, non c’è dubbio che l’imprenditore del food& beverage metterà lo stesso entusiasmo e determinazione che avevano accompagnato la sua corsa a sindaco di Torino con quel claim civico affidato al superlativo che, guardando al futuro, avrebbe registrato declinandolo al livello regionale e nazionale.

Nomi e simboli che non serviranno al mancato primo cittadino se, come voci ricorrenti indicano, l’idea verrà tradotta in pratica. Nello scouting che il segretario di Forza Italia Antonio Tajani va facendo per scovare nomi di presa anche al i fuori del (sempre più) ristretto ambito dei politici azzurri, tra i profili interessanti sul fronte del Nord sarebbe emerso anche quello dell’imprenditore con la passione per la politica. Passione che neppure la sconfitta subita due anni sembra aver scalfito. Non è dato sapere a che livello siano i contatti tra Tajani e Damilano, tantomeno se quest’ultimo di fronte alla proposta accetti, declini o più probabilmente ci pensi su un po’. 

Motivi di riflessione non mancano di certo nel pur giovane corso politico dell’imprenditore che a distanza di oltre due anni mostra di non aver del tutto superato il trauma della sconfitta alle amministrative torinesi, manifestando una evidente difficoltà a interpretare il ruolo di opposizione a Stefano Lo Russo cui ha conteso in una campagna elettorale generosa quanto non propriamente azzeccata la guida del Comune di Torino. Una delusione che l’aveva portato pochi mesi dopo le urne a puntare il dito contro i partiti della coalizione, accusati di aver compromesso il risultato a causa della loro “pigrizia” e di posizioni contraddittorie e incongruenti. Affermazioni condite in privato da giudizi poco lusinghieri sui tre leader. Da qui lo strappo e la presa di distanza dalla “deriva populista”. Parole che, ovviamente, non piacquero ai vertici del centrodestra. Acqua passata sotto i ponti del Po? Forse, anche se il riavvicinamento tentato da Damilano alla vigilia delle elezioni politiche non si è tradotto nell’offerta di un posto in lista. Di certo, nel frattempo la destra è al governo del Paese e anche la prospettiva di un incarico di peso (i maligni dicono che puntasse l’agenzia nazionale del Turismo) sembra allontanarsi.

Sebbene possa contare su un rapporto privilegiato con Giancarlo Giorgetti, che a suo tempo lo propose quale candidato governatore del Piemonte in alternativa ad Alberto Cirio, nella Lega si sono chiuse molte porte, a partire da Matteo Salvini che pare abbia tagliato del tutto i ponti. Fratelli d’Italia hanno memoria da elefante e sono assai meno propensi a mettere una pietra sopra alle antiche “incomprensioni”. Resta Forza Italia: del resto, il profilo di imprenditore di successo era piaciuto a Silvio Berlusconi anche se non scoccò mai la scintilla. Un profilo che, oggi, per un partito segnato dalla dipartita del fondatore e alle prese con la lotta per la sopravvivenza, potrebbe risultare utile. 

Tant’è che i rumors riportano già l’ipotesi di un possibile ticket europee-reglionali con l’attuale assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano. Damilano lo aveva annunciato come suo vice a Palazzo di Città in caso di vittoria e tra i due il feeling sembra aver resistito alle successive tempeste. Un traino non da poco per Tronzano, quello che gli sarebbe garantito da una campagna senza risparmio (soprattutto di risorse) come quella alla quale certo non si sottrarrebbe l’imprenditore che giocò la carta, per molti versi azzeccata, del superlativo con cui ammantare il giudizio della città che ambiva governare. Torino era stata “bellissima”, domani potrebbe esserlo l’Europa agli occhi dell’imprenditore con la passione per la politica. Pronto a vestire la maglia azzurra se Tajani gliela offrirà? 

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