POLITICA & AMBIENTE

Una "gretinata" lo stop ai diesel.
FdI: "Diamo gratis il Move-In"

La giunta Cirio è stata "costretta" ad adottare un provvedimento che però ora ma sospeso o almeno mitigato nei suoi effetti. Dopo la Lega anche i meloniani alzano la voce. Marrone propone l'installazione senza spese per i cittadini l'aggeggio contakilometri

Una “gretinata”, uno “schiaffo” ai piemontesi, l’esito di posizioni ambientaliste “militanti” e ideologiche. Dopo la sollevazione di cittadini, commercianti e piccoli imprenditori, lo stop ai diesel fino a Euro 5 che entrerà in vigore in Piemonte dal 15 settembre 2023, a scendere in campo è ora la politica. E nonostante la decisione sia stata assunta dalla Regione amministrata dal centrodestra sono proprio i principali partiti della coalizione a chiedere la sospensione del provvedimento. La giunta di Alberto Cirio, è la tesi, non poteva fare altro: obbligata da una direttiva comunitaria e da una sentenza della Corte europea di giustizia scaturita da una denuncia presentata da alcune associazioni ecologiste contro il Piano regionale di qualità dell’aria approvato dal governo regionale di centrosinistra di Sergio Chiamparino nel marzo 2019. Il piano prevedeva in origine l’attuazione del blocco dei veicoli diesel a partire dall’anno 2025 ma il pronunciamento della giustizia comunitaria ha costretto la Regione ad anticipare i tempi. Anche per evitare conseguente ancor peggiori, come quella di finire sotto indagine per inquinamento ambientale colposo dalla Procura di Torino che proprio in tal senso sta procedendo contro ex sindaci e governatori. Da qui l’alzata di scudi.

A seguire la Lega – che l’altro giorno ha promesso un intervento in sede governativa ed europea con il proprio leader e vicepremier Matteo Salvini – è oggi Fratelli d’Italia a invocare un rimedio. “Si tratta di uno schiaffo ai tanti cittadini chiamati a rottamare veicoli acquistati di recente, spesso irrinunciabili per chi li usa a fini imprenditoriali da commerciante o artigiano – attacca Maurizio Marrone, che pure da assessore regionale ha dato volente o nolente il suo viatico alla decisione –. Una deriva imposta dall’Unione Europea sull’onda del delirio ideologico gretino. Una dichiarazione di guerra al ceto medio e ai più poveri come di consueto da parte della sinistra eco radical chic”. Per l’esponente meloniano in attesa che il Governo italiano riesca a bloccare questo diktat a Bruxelles, “magari con l’aiuto di una nuova maggioranza conservatrice in parlamento europeo, la giunta della Regione Piemonte deve imprimere ancora una volta con compattezza e determinazione il massimo impegno per bloccarne gli effetti insostenibili verso la mobilità e le tasche dei piemontesi”. A partire dall’offrire gratuitamente l’installazione dell’apparecchio Move-in sui diesel Euro 5, ovvero il dispositivo contachilometri che, se applicato sull’auto, permette a chi rientra nel blocco di continuare a circolare, “parametrando le soglie sulle effettive esigenze dei proprietari”.

FdI non ne fa una bandiera ideologica: “il partito al quale apparteniamo ha ribadito con forza nel proprio programma elettorale l’importanza della transizione ecologica”, spiegano in una nota congiunta Enzo Amich, deputato piemontese in commissione Trasporti, e Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato e vicecoordinatore regionale. “Realizzare gli obiettivi della transizione ambientale ed ecologica del Pnrr, salvaguardando il sistema produttivo colpito da anni di crisi è un punto qualificante della nostra azione di governo. Questo però deve avvenire senza penalizzare le fasce più deboli della popolazione, evitando politiche ispirate ad un ambientalismo di facciata, che recepisce pedissequamente direttive europee e che prescinde da una previa valutazione dell’eventuale impatto sociale ed economico sulle comunità interessate”. Da qui la “totale contrarietà a una misura che si tradurrebbe in una vessazione di famiglie ed imprese che si vedrebbero costrette a comprare nuovi veicoli”, aggiungono, invitando parlamentari, membri piemontesi del governo, amministratori dei settantasei Comuni coinvolti e giunta regionale a concordare “un’efficace azione di contrasto a questa iniqua misura”.

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